28 gennaio 2017

OSTIA, MATTARELLA E LA MAFIA VISTA DA BOLZONI

Bernardo Mattarella e il figlio Sergio
Nel 2000 ha dato in pratica del mafioso a Bernardo Mattarella, padre dell’attuale Presidente della Repubblica. Di recente ha paragonato Ostia a Brancaccio, famigerato quartiere di Palermo. Scrive su Repubblica e si autodefinisce "esperto di mafia" forse perchè è il compagno di Gabriella Stramaccioni, responsabile di Libera. Si chiama Attilio Bolzoni e dovrebbe spiegare ai suoi lettori che quando scrive non ha sempre fonti attendibili.
Il caso di Bernardo Mattarella è inquietante. Il 25 ottobre del 2000, su Repubblica venne pubblicato un articolo di Bolzoni dal titolo poco mafioso “Caccia al boss innamorato” in cui si legge: “Era il 1957, il mese ottobre. Sbarcò a Roma con quel Giuseppe Bonanno meglio conosciuto come Joe Bananas, ricevuto all' aeroporto di Roma con tutti gli onori dal ministro Bernardo Mattarella che era anche lui di Castellammare”. Notizia scopiazzata dal libro “A Man of Honor" scritto dal boss di cosa nostra americana Joseph Bonanno (Mondadori, 1985) che così raccontò del presunto incontro avvenuto a Ciampino: «Tra coloro che ci accolsero c’era anche un ministro del governo italiano. L’ho riconosciuto immediatamente. Era Bernardo Mattarella, ed eravamo cresciuti insieme a Castellammare. Nel 1957 credo fosse ministro degli Affari Esteri». In realtà in quel periodo Bernardo Mattarella era ministro delle Poste e Telecomunicazioni e comunque di tale incontro non ci sono prove. Attilio Bolzoni non verrà denunciato da Sergio Mattarella per diffamazione come invece è accaduto ad Alfio Caruso per aver citato lo stesso episodio nel libro "Da cosa nasce cosa" (Longanesi, 2000). Il motivo è semplice: Bolzoni è l'esperto di mafia e non sbaglia mai.
Attilio Bolzoni però nello stesso articolo, pur citando il clan dei Buccellato di Castellamare del Golfo, non si interroga se la moglie di Bernardo Mattarella, Maria Buccellato, poteva essere la sorella di Antonino Buccellato, boss locale. Eppure poteva essere un corretto approfondimento, visto l'incontro di Ciampino e il fatto che, pochi mesi dopo, il dieci ottobre del 1957, si tenne all’Hotel delle Palme di Palermo il più grande summit tra le famiglie italiane di cosa nostra e quelle insediate oltre Oceano. Strano che l'esperto di mafia neppure abbia fatto cenno alle accuse rivolte a Bernardo Mattarella nel 1992 dall'ex ministro Claudio Martelli: "Bernardo Mattarella secondo gli atti della Commissione antimafia e secondo Pio La Torre (1976), fu il leader politico che traghettò la mafia siciliana dal fascismo, dalla monarchia e dal separatismo, verso la Dc". Addirittura si legge, "in un’intervista pubblicata da Repubblica il 10 agosto 1982, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, non uno qualsiasi, anche lui morto sotto i colpi della mafia, collegò l’uccisione di Piersanti Mattarella, il presidente della Regione assassinato alle vicende paterne". Ma per Attilio Bolzoni, esperto di mafia e vicino alle vicende della famiglia Mattarella, l'uccisione di Piersanti (fratello del Presidente della Repubblica) segue una pista nera, legata a Giusva Fioravanti, riconosciuto da Irma Chiazzese, moglie di Piersanti. In fondo Piersanti Mattarella era l'uomo di Aldo Moro in Sicilia.
In tutte queste indagini giornalistiche di Bolzoni, che vedono il padre del Presidente della Repubblica vicino ai mafiosi e il fratello ucciso dalla mafia nera, è intervenuto di recente il Tribunale di Palermo dicendo che Sergio Mattarella non dovrà rispondere sull'ipotesi che lo zio fosse un boss. Intanto un altro pentito come il boss Di Carlo (marzo 2016) lancia nuove accuse di mafia contro Bernardo Mattarella. E che fa Bolzoni? Gira in lungo e in largo per Ostia per trovare somiglianze con Brancaccio in preda alla sindrome dell'esperto di mafia. Di Mattarella non si interessa più, di Ostia si perchè serve al PD.

16 gennaio 2017

OSTIA, MAFIA: BUFALE MEDIATICHE E DEPISTAGGI GIUDIZIARI DI REPUBBLICA

Proprio mentre va in onda ad Ostia lo scontro tra il PD locale e la Commissione Straordinaria, si assiste da parte di Repubblica a un goffo tentativo di giustificare la proroga del commissariamento per altri sei mesi. L'articolo è del 14 gennaio 2017 e riporta, spacciandoli per 'attuali' (1), dati dei 'beni confiscati nel Lazio', in realtà già noti e sviscerati dal 29 febbraio 2016 (2). I dati che vengono utilizzati da Repubblica comprendono però anche beni solo sequestrati come misura di prevenzione, dunque non ancora confiscati in maniera definitiva. Sarebbe come dare già del condannato a un imputato. Sono inoltre riportati da Repubblica totali complessivi a partire dall'avvio della legislazione in materia nel 1982 e non contestualizzati cronologicamente. Insomma, una gran confusione e una informazione falsa e tendenziosa in piena violazione del codice deontologico.

L'articolo neppure specifica che i "1270 beni immobili confiscati nel Lazio" (in gran parte solo sequestrati) non corrispondono a entità reali. Infatti per 'bene immobile confiscato' si intende la singola particella catastale e non l’intero bene (terreno, appartamento, etc.), che quasi sempre è costituito da più particelle. La notizia è anche falsa perchè attribuisce al Lazio e soprattutto a Roma un primato negativo e cioè quello di aver raggiunto, per beni confiscati, livelli criminali come le regioni tradizionali (Puglia, Campania, Calabria e Sicilia). In realtà Piemonte e Lombardia hanno valori uguali se non superiori al Lazio, anche a fronte dei recenti procedimenti penali non conteggiati all'interno dei totali complessivi di un anno fa. Anche nel caso delle 'aziende confiscate nel Lazio' Repubblica fa un'enorme confusione. Ricordiamo che per ogni procedimento penale si parte da un sequestro, come misura di prevenzione, e si termina con una confisca definitiva che può arrivare anche dopo 10 anni. In questo spazio temporale, le banche dati conteggiano anche le aziende indicate come "uscite dalla gestione" che sono le aziende che, pur essendo state confiscate dalla magistratura, non è stato possibile destinare secondo le previsioni dell'art. 48 comma 8 del Codice Antimafia (affitto, vendita liquidazione). Tipicamente si tratta di aziende chiuse in autonomia per iniziativa del magistrato delegato o fallite nel corso dell'iter giudiziario. In pratica aziende fantasma che non esistono più.

Allora per fare chiarezza sulla questione, comunque allarmante per Roma ed il Lazio e non solo per Ostia, non basta scopiazzare senza capire ma si deve ricorrere agli unici dati attendibili che sono quelli dell' ANBSC (Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata) e quelli del SIPPI (Sistema Informativo Prefetture e Procure dell'Italia Meridionale). L'unico dato certo, non aggregato, sono le procedure di gestione in mano all'ANBSC aggiornate in tempo reale (3), vale a dire lo stato di avanzamento dei procedimenti penali e delle misure di prevenzione in corso in tema di confische. Allegando questo dato con quello degli enti sciolti per mafia dal 30 settembre 1991 al 3 novembre 2016 (4), si traggono spunti interessanti riportati in tabella.
In pratica non è il Lazio ma la Lombardia ed il Piemonte a destare preoccupazione, la prima per la grossa penetrazione nel tessuto economico della criminalità organizzata (indicatore: elevato numero di procedure di gestione), la seconda per il preoccupante segnale di infiltrazioni criminali nella pubblica amministrazione (p.es. i casi di Rivarolo Canavese e di Leini) e la presenza sempre più massiccia della 'ndrangheta, infilatasi nei grandi appalti della TAV.

Repubblica? Figlia di quel De Benedetti balzato alle cronache per 600 milioni di scoperto con il Monte Paschi di Siena fa solo giochi politici fatti senza alcuna deontologia ai danni dell'informazione. Purtroppo non è una novità. A Roma e nel Lazio c'è la mafia dei politici ma questa, per Repubblica, è un'altra questione da non trattare visto che interessa prevalentemente il PD



(1) "E' una fotografia allarmante quella che l'Osservatorio sulla legalità della regione offre sul numero di beni confiscati alle mafie a Roma e nel Lazio. Numeri che, fino a qualche anno fa si potevano immaginare solo al sud. E invece siamo nel centro Italia, dove il fenomeno mafioso per troppo tempo è stato ignorato e sottovalutato".
(2) http://www.governo.it/sites/governoNEW.it/files/PianoAzioneBeniConfiscati_20160310.pdf
http://www.regione.lazio.it/binary/rl_main/tbl_documenti/OSL_RPT_Mafie_nel_Lazio_07_07_2016_.pdf
(3) http://www.openregio.it/statistiche/visualizza/procedure/
(4) http://www.avvisopubblico.it/home/wp-content/uploads/2016/09/Riepilogo-per-regione.pdf
http://www.avvisopubblico.it/home/wp-content/uploads/2016/09/Elenco-1991-2-novembre-2016.pdf

12 gennaio 2017

OSTIA, LE 'PAZZE' SPESE ELETTORALI DI ANDREA TASSONE NEL 2013

L'imbroglio delle spese elettorali di Andrea Tassone (PD, ex presidente del X Municipio, finito agli arresti per Mafia Capitale) è uno scandalo che coinvolge tutto il PD di Ostia, compreso il successivo commissario PD, Stefano Esposito..
La normativa in materia è complessa ma chiara ed indica tassativamente cosa si può fare e cosa non si può fare. La legge del 6 luglio 2012 n. 96, all’art. 11, comma 3, facendo riferimento alla legge 515/93 art. 12, specifica che “il periodo della campagna elettorale si intende compreso fra la data di convocazione dei Comizi elettorali e il giorno precedente lo svolgimento della votazione". Eppure a Tassone risultano essere pervenuti, tra gli altri, almeno 7.600 euro di contributi elettorali dopo le elezioni, addirittura dopo il turno di ballottaggio.
Le votazioni si sono tenute il 26-27 maggio del 2013 ed il successivo ballottaggio nei giorni 9-10 giugno. Dai documenti, risulta che Tassone ha ricevuto (dei 59.650 euro) 23 mila euro dopo il 27 maggio e altri 7.600 euro dopo il 10 giugno. Dunque Tassone ha fatto una campagna elettorale (6 aprile - 27 maggio) con appena 29.050 euro. Poi, p.es., il 7 giugno il Gruppo Parnasi si sveglia e paga a Tassone 20 mila euro, così come poi (con importi minori) faranno anche altri.
Le società del Gruppo Parnasi sono 4: Parsec I srl, FinParco srl, Samar e Parsec 6 srl. Ricordiamo che una società può erogare finanziamenti ad un candidato a condizione che:

a) assuma preventivamente la relativa delibera di erogazione del finanziamento da parte degli organi competenti della Società erogante;
b) il finanziamento sia iscritto in bilancio;
c) sia data comunicazione del finanziamento entro il termine di tre mesi dalla ricezione del contributo al Presidente della Camera dei Deputati, anche mediante raccomandata A/R qualora il finanziamento sia pari o ecceda l’importo di € 5.000,00 (come nel caso in questione).

Tutto regolare? Perché ben 4 versamenti da 4 società, tutte il 7 giugno, a ridosso del ballottaggio?
Ma ciò che crea più imbarazzo sono i 'nominativi' che hanno pagato dopo il 10 giugno 2013:

Europa Edilizia srl lunedì 10 giugno 2013 (2.500,00)
Circolo PD Acilia martedì 11 giugno 2013 (2.500,00)
Ciotoli Giuseppe mercoledì 19 giugno 2013 (2.000,00)
Droghei Giuliano giovedì 4 luglio 2013 (600,00)

Giuseppe Ciotoli è il proprietario del Bar Sisto in Piazza Anco Marzio, un punto di riferimento per Tassone (in quota ad Enrico Gasbarra, PD), almeno fino allo scontro sulla pedonalizzazione del lungomare. Giuliano Droghei è il padre di Emanuela Droghei, assessore alle Politiche Sociali sotto Tassone, moglie di Francesco D'Ausilio, capogruppo PD Capitolino rinviato anche lui a giudizio per Mafia Capitale. Da notare che Giuliano Droghei è stato anche mandatario per la campagna elettorale di D'Ausilio. Il Circolo PD di Acilia fa riferimento a Giuliano Droghei (PD) e ad Andrea Storri (PD), quest'ultimo Assessore al Bilancio sotto Tassone e in precedenza coordinatore del Comitato Elettorale per Tassone Presidente, nonchè rappresentante per la Lista Civica Marino presso il seggio centrale di via dell'Arcadia (pur essendo in quota al PD) assieme a Paolo Solvi (arrestato e condannato per Mafia Capitale). Insomma un bell'intreccio soprattutto se consideriamo che la società Europa Edilizia srl è la proprietaria dei casali di via Salorno (Infernetto) ristrutturati per diventare un Centro Socio Assistenziale per i malati di Alzheimer ma di fatto trasformatosi i un centro di accoglienza per gli immigrati minorenni, balzato alla cronaca anche per la passerella elettorale fatta da Cecilie Kyenge (PD) e voluta da Emanuela Droghei e Tassone stesso. Tra le altre cose, un'altra società finanziatrice di Tassone appartiene al costruttore Pulcini, quello delle Terrazze del Presidente sulla via di Acilia.

Due sono le figure essenziali di tutte le spese per la campagna elettorale di Tassone: Francesco Viglioglia e Andrea Storri. Il primo ha ricoperto il ruolo di mandatario per Tassone e quello di tesoriere del Comitato elettorale di Tassone ed è poi diventato segretario 'particolare' di Tassone (il direttore del Municipio X, Claudio Saccotelli, a cui si domandò  per iscritto a che titolo Viglioglia avesse un ufficio dentro il Municipio, rispose che era 'un amico' di Tassone e che capitava lì 'per caso'). Viglioglia, nel resoconto delle spese elettorali, non fa riferimento a un conto corrente intestato a Tassone ma a un conto corrente intestato al Comitato. Se già questa cosa è illegale (il conto corrente doveva essere nominativo ed intestato a Tassone e non render conto delle spese del Comitato come i caffè o la cancelleria utilizzata dai ragazzi volontari) risulta ancor più strano che tra le voci di spesa non compaiano i cosiddetti servizi, nello specifico i costi per l'affitto della sede del Comitato in piazza Tor San Michele 20, di proprietà di Dario e Danilo Lorenzetti, titolari della famosa agenzia funebre di Ostia.
Seguendo poi la cronologia degli eventi che hanno portato Tassone ad essere eletto presidente del Municipio X, emerge un'altra anomalia:

28-mar-13 Il PD del XIII Municipio sceglie Tassone per le primarie del centrosinistra per la presidenza del Municipio X
05-apr-13 Al Teatro Nino Manfredi di Ostia, Tassone presenta il proprio programma
06-apr-13 Tassone vince le primarie del centrosinistra per la presidenza del Municipio X
23-apr-13 Inaugurazione della sede del Comitato Elettorale per "Andrea Tassone Presidente"
26-apr-13 Cena di finanziamento presso il Porto di Ostia (Yachting Club)

Dove sono finiti i soldi della cena di finanziamento? (continua)