C'è una brutta storia in Piemonte di firme false che ricorda quella che coinvolse in pieno Stefano Esposito, attuale senatore PD, membro della Commissione Antimafia e assessore ai Trasporti del Comune di Roma (ex commissario PD per il Municipio X). Si tratta della vicenda delle firme false alle ultime regionali del Piemonte (2014). A metà luglio 2015 il TAR del Piemonte ha sancito la regolarità del voto e dell’elezione di Sergio Chiamparino. La Procura di Torino, invece, indagine coordinata dai pm Patrizia Caputo e Stefano Demontis, ha rinviato a giudizio ben undici persone, accusate a vario titolo di avere falsificato le firme di militanti e attivisti durante la sottoscrizione dei moduli di presentazione delle liste del centrosinistra. Tra queste, Salvatore Palermo di Moncalieri, la città dove Stefano Esposito ha svolto e svolge da sempre la sua attività politica (pur se dirottato, per sua opportunità, a Roma). Ricordiamo che di recente Moncalieri, considerata un feudo della 'ndrangheta piemontese, ha vissuto anche l'altra vicenda di un neo consigliere comunale del PD eletto il 31 maggio 2015, risultato essere parente stretto di un presunto ‘ndranghetista. Non di un affiliato qualsiasi, ma di un personaggio ritenuto un esponente di spicco. Il politico in questione è Mario Nesci, imprenditore nato a Ciminà (Rc) il 9 ottobre 1948, cugino di Nicola Nesci, 60enne finito in carcere il 13 novembre 2012 con l’operazione “Saggezza” della Dda di Reggio Calabria, indagine da cui è emerso il suo ruolo di capo della locale di Ciminà in stretto contatto con politica e massoneria.
Tornando a Salvatore Palermo di Moncalieri, questo militante del PD della circoscrizione IV risulta appartener alla corrente della famiglia Gallo, cioè alla famiglia dell'ex ras socialista Salvatore Gallo, denominato il signore delle tessere. Salvatore Gallo detto “Sasà”, già potente uomo di Craxi a Torino, ha dovuto lasciare il suo partito nel 1992 perché condannato in primo grado a un anno e 4 mesi per una faccenda di mazzette e sanità. Il soprannome di “signore delle tessere” gli deriva perché sembra sia in grado di mobilitarne centinaia in un sol colpo. Esposito si è sempre schierato contro Gallo.
Dunque a Moncalieri la 'ndrangheta permane e si moltiplica infiltrandosi (sembra) nel PD mentre le firme false sembra essere diventato uno sport popolare anche tra antagonisti (prima Esposito, ora Palermo: da notare la provenienza dei cognomi, tipicamente piemontesi). Domanda finale: ma con tutto questo bel da fare, un uomo d'azione, integerrimo, risolutivo, tenace, onesto come si auto definisce Stefano Esposito che è venuto a fare a Roma lasciando Moncalieri in questo stato comatoso?
L'opportunismo, veicolato tramite Roberto Tricarico, attuale coordinatore dell'ufficio del Sindaco per i Rapporti con i cittadini (URC), fedelissimo di Marino. Roberto Tricarico è un torinese di origini pugliesi ed è stato assessore alla Casa del Comune di Torino con Chiamparino sindaco per 10 anni, avendo proprio Stefano Esposito come assistente. Poi ha coordinato la campagna elettorale di Marino ed è venuto a Roma (che, si dice, lascerà presto) dove doveva diventare assessore alla Casa ma è stato 'bruciato' da Ozzimo (poi arrestato per mafia capitale). Non è dunque un caso che proprio in questi giorni le esternazioni di Stefano Esposito si concentrino sul patrimonio immobiliare del Comune di Roma, che nulla c'entra con i trasporti. Ma si sa: quando si vive nell'ombra quei 5 minuti di gloria, al sole, si cercano sempre.
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