Lo dice chiaramente l'articolo 114 del Codice di Procedura Penale (Divieto di pubblicazione di atti e di immagini):
1. È vietata la pubblicazione, anche parziale o per riassunto, con il mezzo della stampa o con altro mezzo di diffusione, degli atti coperti dal segreto [329] o anche solo del loro contenuto.
2. È vietata la pubblicazione, anche parziale, degli atti non più coperti dal segreto fino a che non siano concluse le indagini preliminari [405 ss., 554] ovvero fino al termine dell'udienza preliminare [424].
Invece giornalisti furbetti e ambienti 'ciarlieri' della Procura, dall'esposto contro Virginia Raggi fino al caso dell'assessore Paola Romana Muraro, hanno scritto e divulgato di tutto, anche false affermazioni (imbarazzante quella, più volta ripetuta sui social network da Federica Angeli, giornalista di Repubblica, e cioè che la Muraro avrebbe ricevuto un 'avviso di garanzia', cosa mai accaduta). Addirittura nei confronti di un magistrato come Alfonso Sabella, ex Assessore alla Legalità (!) nella giunta Marino, è stato aperto un fascicolo presso la Prima Commissione del Consiglio Superiore della Magistratura per aver temerariamente dichiarato «Un avviso di garanzia a Virginia Raggi sarebbe un atto dovuto». Insomma, se gli organi garanti per la Stampa e per la Giustizia non intervengono, assisteremo a uno scontro 'politico' di nuova generazione: "Mole & Press", cioè, usa una talpa della Procura e pubblica su un giornale amico. Anche quello che non è vero, anche quello che non si potrebbe, soprattutto quello che conviene al 'regista' di turno.
7 settembre 2016
2 settembre 2016
ROMA, CASO RAINERI: LA DISINFORMAZIONE DI REPUBBLICA
La disinformazione di Repubblica si è di recente dedicata a gravi accuse rivolte al Magistrato Carla Romana Raineri, Capo Gabinetto dimissionario della Sindaca di Roma, Virginia Raggi. Le accuse sono state portate avanti soprattutto da due suoi giornalisti, Lorenzo d'Albergo e Federica Angeli: stipendio troppo alto e nomina senza un bando pubblico. L'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) ha espresso il suo parere: la nomina del Capo di Gabinetto deve avvenire secondo quanto previsto dall'art.90 del testo Unico degli Enti Locali (TUEL) che, sostanzialmente, si riassume nei due seguenti punti:
- (comma 1) collaboratori assunti con contratto a tempo determinato, i quali, se dipendenti da una pubblica amministrazione, sono collocati in aspettativa senza assegni.
- (comma 2) al personale assunto con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato si applica il contratto collettivo nazionale di lavoro del personale degli enti locali.
Dunque, più che il caso di Carla Romana Raineri, salta all'occhio quello di Mario Vanni, Capo Gabinetto del Sindaco di Milano, Giuseppe Sala (sostenuto dal PD). Infatti Sala ha 'selezionato' Mario Vanni in base all'art.110 del d.lgs. 267/2000, con una retribuzione di 120.000 euro l'anno, più una quota variabile legata al risultato di 20.000 euro (valore massimo). Questo sta scritto nella delibera di giunta comunale n.1223 del 29 luglio 2016. Come risulta compatibile con quanto appena stabilito dall'ANAC e cioè che il Capo di Gabinetto deve essere inquadrato mediante l'articolo 90 del TUEL e non il 110? Repubblica e i suoi giornalisti su questo caso osservano un rigoroso silenzio.
L'articolo Art. 110 (Incarichi a contratto) prevede la possibilità di elargire più soldi al personale di fiducia selezionato grazie a un trattamento economico che include una indennità ad personam, commisurata alla specifica qualificazione professionale e culturale, come è stato fatto per Vanni (la somma indicata è 'omnicomprensiva').
Ricapitolando: per l'ANAC non serve un bando pubblico (art.110) ma l'applicazione dell'art.90 però con un trattamento economico adeguato al contratto collettivo nazionale di lavoro del personale degli enti locali (tutto il contrario di quanto si è fatto a Milano).
La Angeli e D'Albergo possono anche non conoscere cosa accade fuori dalle mura Aureliane, però almeno potevano informarsi su cosa ha fatto l'ex Sindaco di Roma, Ignazio Marino (PD), da entrambi da sempre sostenuto. Basta leggere gli atti della nomina di Luigi Fucito, Capo Gabinetto di Marino e soprattutto la delibera di giunta capitolina n.300 del 5 luglio 2013 dove risulta che Fucito è stato nominato senza alcun bando e in applicazione dell'art.110 (doppia irregolarità). Infatti risulta che Luigi Fucito (consigliere parlamentare del senato con una retribuzione di 190.000 euro all'anno) rinunciò 'spontaneamente' il 18 febbraio 2014 al compenso annuo lordo di 73.000 euro come Capo di Gabinetto, e non a quello dell'ente di provenienza (il Senato) come previsto dall'art.90. Dunque Fucito venne nominato con l'art.110, oggi contestato dall'ANAC.
Anche il Commissario Straordinario, Paolo Francesco Tronca, ha scelto il proprio Capo di Gabinetto, Ugo Taucer, senza alcun bando pubblico.
Un'ultima considerazione. Marino e Sala non hanno mai chiesto parere sulle loro scelte né alla propria avvocatura né all'ANAC: informate Repubblica, magari ci scrive il prossimo articolo.
- (comma 1) collaboratori assunti con contratto a tempo determinato, i quali, se dipendenti da una pubblica amministrazione, sono collocati in aspettativa senza assegni.
- (comma 2) al personale assunto con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato si applica il contratto collettivo nazionale di lavoro del personale degli enti locali.
Dunque, più che il caso di Carla Romana Raineri, salta all'occhio quello di Mario Vanni, Capo Gabinetto del Sindaco di Milano, Giuseppe Sala (sostenuto dal PD). Infatti Sala ha 'selezionato' Mario Vanni in base all'art.110 del d.lgs. 267/2000, con una retribuzione di 120.000 euro l'anno, più una quota variabile legata al risultato di 20.000 euro (valore massimo). Questo sta scritto nella delibera di giunta comunale n.1223 del 29 luglio 2016. Come risulta compatibile con quanto appena stabilito dall'ANAC e cioè che il Capo di Gabinetto deve essere inquadrato mediante l'articolo 90 del TUEL e non il 110? Repubblica e i suoi giornalisti su questo caso osservano un rigoroso silenzio.
L'articolo Art. 110 (Incarichi a contratto) prevede la possibilità di elargire più soldi al personale di fiducia selezionato grazie a un trattamento economico che include una indennità ad personam, commisurata alla specifica qualificazione professionale e culturale, come è stato fatto per Vanni (la somma indicata è 'omnicomprensiva').
Ricapitolando: per l'ANAC non serve un bando pubblico (art.110) ma l'applicazione dell'art.90 però con un trattamento economico adeguato al contratto collettivo nazionale di lavoro del personale degli enti locali (tutto il contrario di quanto si è fatto a Milano).
La Angeli e D'Albergo possono anche non conoscere cosa accade fuori dalle mura Aureliane, però almeno potevano informarsi su cosa ha fatto l'ex Sindaco di Roma, Ignazio Marino (PD), da entrambi da sempre sostenuto. Basta leggere gli atti della nomina di Luigi Fucito, Capo Gabinetto di Marino e soprattutto la delibera di giunta capitolina n.300 del 5 luglio 2013 dove risulta che Fucito è stato nominato senza alcun bando e in applicazione dell'art.110 (doppia irregolarità). Infatti risulta che Luigi Fucito (consigliere parlamentare del senato con una retribuzione di 190.000 euro all'anno) rinunciò 'spontaneamente' il 18 febbraio 2014 al compenso annuo lordo di 73.000 euro come Capo di Gabinetto, e non a quello dell'ente di provenienza (il Senato) come previsto dall'art.90. Dunque Fucito venne nominato con l'art.110, oggi contestato dall'ANAC.
Anche il Commissario Straordinario, Paolo Francesco Tronca, ha scelto il proprio Capo di Gabinetto, Ugo Taucer, senza alcun bando pubblico.
Un'ultima considerazione. Marino e Sala non hanno mai chiesto parere sulle loro scelte né alla propria avvocatura né all'ANAC: informate Repubblica, magari ci scrive il prossimo articolo.
1 settembre 2016
ROMA. CASO RAINERI E LO SGAMBETTO DI RODOLFO MURRA
Oggi tutti parlano delle dimissioni del Capo di Gabinetto della Sindaca di Roma, Virginia Raggi, dopo il parere espresso sul suo ruolo da parte dell'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC): "applicazione errata e contraddittoria del Testo Unico Enti Locali (T.U.E.L.) da parte dell'avvocatura capitolina". Tutti accusano la Sindaca ma nessuno parla del Capo dell'Avvocatura Capitolina, Rodolfo Murra. Vediamo allora come sono andate le cose.
E' l'Ordinanza del Sindaco n.45 del 22/07/2016 a nominare la Dott.ssa Carla Romana Raineri Capo di Gabinetto della Sindaca di Roma Capitale. Successivamente, con la Deliberazioni della Giunta Capitolina n.14 del 05/08/2016, viene instaurato il rapporto di lavoro a tempo determinato con il Cons. Carla Romana Raineri, per lo svolgimento dell'incarico di "Capo di Gabinetto" dell'On.le Sindaca, Virginia Raggi.
In quest'ultima deliberazione si è espressa l'Avvocatura Capitolina (parere prot. n. RF/2016/68414), sostenendo, a riguardo del "ruolo ricoperto dal Capo di Gabinetto di un Sindaco di un Comune di rilevanti dimensioni", come fosse evidente che "le funzioni attribuite a tale figura siano del tutto equiparabili a quelle tipiche di un apicale. La norma del T.U.E.L., che sembra maggiormente confacente alla figura del Capo di Gabinetto parrebbe perciò essere quella scritta nell’art.110".
Sulla base di questo parere, ai sensi dell’art.110, comma 2, del D.Lgs. n. 267 del 18 agosto 2000, si è dunque basata la Sindaca Virginia Raggi.
Il Capo dell'Avvocatura Capitolina è l'avvocato Rodolfo Murra, ben noto ad Ostia (commissariata per mafia) per esser stato scelto dall'ex Sindaco Ignazio Marino come Direttore del Municipio X dopo lo scoppio di Mafia Capitale a luglio del 2013 e che nulla ha visto e fatto per arginare le presunte malefatte del Presidente dello stesso municipio, Andrea Tassone (PD), arrestato il 4 giugno 2015 per Mafia Capitale. E' stato Murra a lasciare il suo posto di direttore di municipio a Carlo Sassi e poi a Claudio Saccotelli, quest'ultimo non solo rientrato nelle intercettazioni di Mafia Capitale del 2013 ma già intercettato per l'Operazione Anco Marzio del 2004 con personaggi della malavita locale. Secondo quanto riferisce Corsera "Fra le ipotesi che circolano c’è anche quella di una macchia reputazionale legata al periodo in cui l’avvocato [Murra] era direttore del municipio di Ostia con la giunta di Andrea Tassone - allora osannato da La Repubblica come “la miglior amministrazione mai vista” (nda) - e sul cui operato avrebbe preferito girare la testa”. Poi con Sabella è calato un ferale silenzio su Tassone.
Ora, guarda caso, l'ANAC deve correggere il parere dell'Avvocatura Capitolina, cioè di Rodolfo Murra, dopo il polverone sollevato da Repubblica sulla Raineri a metà agosto. Eppure Rodolfo Murra il 4 marzo del 2016 era stato 'licenziato' dal commissario Francesco Paolo Tronca che voleva «conferire l’incarico di capo dell’avvocatura capitolina mediante una procedura di interpello rivolta agli avvocati dirigenti cassazionisti interni all’amministrazione capitolina» in quanto il suo mandato era scaduto a ottobre 2015. Chiunque avrebbe potuto inviare il proprio curriculum entro le ore 16 dell’11 marzo 2016. Murra però è ancora lì (1), con il dente avvelenato contro il M5S.
“La tesi - riportata dal Corriere della Sera- è dei Cinque Stelle e compare nel dossier depositato all’Antimafia nel 2015. Sostengono i grillini che, benché esperto, Murra avrebbe dato il via libera a iniziative e concessioni anomale volute da Tassone e finite poi nel mirino della Procura per le vicende di Mafia Capitale. Murra fu difeso dall’omonimo assessore alla Legalità, Alfonso Sabella, che sottolineò come avesse revocato la concessione per la gestione dell’«Amanusa» di Ostia per darla poi a Libera, distinguendosi da chi all’epoca faceva l’opposto". Peccato che Libera ha dovuto 'lasciare' quella spiaggia per forti irregolarità riscontrate proprio dall'ANAC. Insomma, Rodolfo Murra appare come una serpe nel grembo della giunta Raggi. Chissà se, come avvenuto quando lasciò il Municipio X per il Campidoglio, ci lascerà un post chiarificatore sul suo blog, come avvenuto in passato.
(1) Rodolfo Murra con Ordinanza del Commissario Straordinario, Francesco Paolo Tronca, n.117 del 26/05/2016, è stato riconfermato a capo dell'AvvocaturaCapitolina per continuità amministrativa ma in via "temporanea, fino al termine della gestione Commissariale", cioè fino alla proclamazione della Sindaca del M5S, Virginia Raggi: cosa fa ancora lì?
E' l'Ordinanza del Sindaco n.45 del 22/07/2016 a nominare la Dott.ssa Carla Romana Raineri Capo di Gabinetto della Sindaca di Roma Capitale. Successivamente, con la Deliberazioni della Giunta Capitolina n.14 del 05/08/2016, viene instaurato il rapporto di lavoro a tempo determinato con il Cons. Carla Romana Raineri, per lo svolgimento dell'incarico di "Capo di Gabinetto" dell'On.le Sindaca, Virginia Raggi.
In quest'ultima deliberazione si è espressa l'Avvocatura Capitolina (parere prot. n. RF/2016/68414), sostenendo, a riguardo del "ruolo ricoperto dal Capo di Gabinetto di un Sindaco di un Comune di rilevanti dimensioni", come fosse evidente che "le funzioni attribuite a tale figura siano del tutto equiparabili a quelle tipiche di un apicale. La norma del T.U.E.L., che sembra maggiormente confacente alla figura del Capo di Gabinetto parrebbe perciò essere quella scritta nell’art.110".
Sulla base di questo parere, ai sensi dell’art.110, comma 2, del D.Lgs. n. 267 del 18 agosto 2000, si è dunque basata la Sindaca Virginia Raggi.
Il Capo dell'Avvocatura Capitolina è l'avvocato Rodolfo Murra, ben noto ad Ostia (commissariata per mafia) per esser stato scelto dall'ex Sindaco Ignazio Marino come Direttore del Municipio X dopo lo scoppio di Mafia Capitale a luglio del 2013 e che nulla ha visto e fatto per arginare le presunte malefatte del Presidente dello stesso municipio, Andrea Tassone (PD), arrestato il 4 giugno 2015 per Mafia Capitale. E' stato Murra a lasciare il suo posto di direttore di municipio a Carlo Sassi e poi a Claudio Saccotelli, quest'ultimo non solo rientrato nelle intercettazioni di Mafia Capitale del 2013 ma già intercettato per l'Operazione Anco Marzio del 2004 con personaggi della malavita locale. Secondo quanto riferisce Corsera "Fra le ipotesi che circolano c’è anche quella di una macchia reputazionale legata al periodo in cui l’avvocato [Murra] era direttore del municipio di Ostia con la giunta di Andrea Tassone - allora osannato da La Repubblica come “la miglior amministrazione mai vista” (nda) - e sul cui operato avrebbe preferito girare la testa”. Poi con Sabella è calato un ferale silenzio su Tassone.
Ora, guarda caso, l'ANAC deve correggere il parere dell'Avvocatura Capitolina, cioè di Rodolfo Murra, dopo il polverone sollevato da Repubblica sulla Raineri a metà agosto. Eppure Rodolfo Murra il 4 marzo del 2016 era stato 'licenziato' dal commissario Francesco Paolo Tronca che voleva «conferire l’incarico di capo dell’avvocatura capitolina mediante una procedura di interpello rivolta agli avvocati dirigenti cassazionisti interni all’amministrazione capitolina» in quanto il suo mandato era scaduto a ottobre 2015. Chiunque avrebbe potuto inviare il proprio curriculum entro le ore 16 dell’11 marzo 2016. Murra però è ancora lì (1), con il dente avvelenato contro il M5S.
“La tesi - riportata dal Corriere della Sera- è dei Cinque Stelle e compare nel dossier depositato all’Antimafia nel 2015. Sostengono i grillini che, benché esperto, Murra avrebbe dato il via libera a iniziative e concessioni anomale volute da Tassone e finite poi nel mirino della Procura per le vicende di Mafia Capitale. Murra fu difeso dall’omonimo assessore alla Legalità, Alfonso Sabella, che sottolineò come avesse revocato la concessione per la gestione dell’«Amanusa» di Ostia per darla poi a Libera, distinguendosi da chi all’epoca faceva l’opposto". Peccato che Libera ha dovuto 'lasciare' quella spiaggia per forti irregolarità riscontrate proprio dall'ANAC. Insomma, Rodolfo Murra appare come una serpe nel grembo della giunta Raggi. Chissà se, come avvenuto quando lasciò il Municipio X per il Campidoglio, ci lascerà un post chiarificatore sul suo blog, come avvenuto in passato.
(1) Rodolfo Murra con Ordinanza del Commissario Straordinario, Francesco Paolo Tronca, n.117 del 26/05/2016, è stato riconfermato a capo dell'AvvocaturaCapitolina per continuità amministrativa ma in via "temporanea, fino al termine della gestione Commissariale", cioè fino alla proclamazione della Sindaca del M5S, Virginia Raggi: cosa fa ancora lì?