Bernardo Mattarella e il figlio Sergio |
Il caso di Bernardo Mattarella è inquietante. Il 25 ottobre del 2000, su Repubblica venne pubblicato un articolo di Bolzoni dal titolo poco mafioso “Caccia al boss innamorato” in cui si legge: “Era il 1957, il mese ottobre. Sbarcò a Roma con quel Giuseppe Bonanno meglio conosciuto come Joe Bananas, ricevuto all' aeroporto di Roma con tutti gli onori dal ministro Bernardo Mattarella che era anche lui di Castellammare”. Notizia scopiazzata dal libro “A Man of Honor" scritto dal boss di cosa nostra americana Joseph Bonanno (Mondadori, 1985) che così raccontò del presunto incontro avvenuto a Ciampino: «Tra coloro che ci accolsero c’era anche un ministro del governo italiano. L’ho riconosciuto immediatamente. Era Bernardo Mattarella, ed eravamo cresciuti insieme a Castellammare. Nel 1957 credo fosse ministro degli Affari Esteri». In realtà in quel periodo Bernardo Mattarella era ministro delle Poste e Telecomunicazioni e comunque di tale incontro non ci sono prove. Attilio Bolzoni non verrà denunciato da Sergio Mattarella per diffamazione come invece è accaduto ad Alfio Caruso per aver citato lo stesso episodio nel libro "Da cosa nasce cosa" (Longanesi, 2000). Il motivo è semplice: Bolzoni è l'esperto di mafia e non sbaglia mai.
Attilio Bolzoni però nello stesso articolo, pur citando il clan dei Buccellato di Castellamare del Golfo, non si interroga se la moglie di Bernardo Mattarella, Maria Buccellato, poteva essere la sorella di Antonino Buccellato, boss locale. Eppure poteva essere un corretto approfondimento, visto l'incontro di Ciampino e il fatto che, pochi mesi dopo, il dieci ottobre del 1957, si tenne all’Hotel delle Palme di Palermo il più grande summit tra le famiglie italiane di cosa nostra e quelle insediate oltre Oceano. Strano che l'esperto di mafia neppure abbia fatto cenno alle accuse rivolte a Bernardo Mattarella nel 1992 dall'ex ministro Claudio Martelli: "Bernardo Mattarella secondo gli atti della Commissione antimafia e secondo Pio La Torre (1976), fu il leader politico che traghettò la mafia siciliana dal fascismo, dalla monarchia e dal separatismo, verso la Dc". Addirittura si legge, "in un’intervista pubblicata da Repubblica il 10 agosto 1982, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, non uno qualsiasi, anche lui morto sotto i colpi della mafia, collegò l’uccisione di Piersanti Mattarella, il presidente della Regione assassinato alle vicende paterne". Ma per Attilio Bolzoni, esperto di mafia e vicino alle vicende della famiglia Mattarella, l'uccisione di Piersanti (fratello del Presidente della Repubblica) segue una pista nera, legata a Giusva Fioravanti, riconosciuto da Irma Chiazzese, moglie di Piersanti. In fondo Piersanti Mattarella era l'uomo di Aldo Moro in Sicilia.
In tutte queste indagini giornalistiche di Bolzoni, che vedono il padre del Presidente della Repubblica vicino ai mafiosi e il fratello ucciso dalla mafia nera, è intervenuto di recente il Tribunale di Palermo dicendo che Sergio Mattarella non dovrà rispondere sull'ipotesi che lo zio fosse un boss. Intanto un altro pentito come il boss Di Carlo (marzo 2016) lancia nuove accuse di mafia contro Bernardo Mattarella. E che fa Bolzoni? Gira in lungo e in largo per Ostia per trovare somiglianze con Brancaccio in preda alla sindrome dell'esperto di mafia. Di Mattarella non si interessa più, di Ostia si perchè serve al PD.
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