L'ha scritto il 28 luglio 2011: "prima di condannare una persona, chiunque essa sia, è bene aspettare le sentenze dei giudici e non le cronache dei giornali". Oggi, marzo 2015, viene ad Ostia, non conosce nulla, e da del mafioso a tutti, dagli Spada al Movimento Cinque Stelle. Vediamo allora chi è il Senatore Stefano Esposito, che predica bene ma razzola male. A noi la memoria non va mai in ferie, a lui forse si.
INDAGATO PER LE FIRME FALSE
Stefano Esposito ha sempre svolto la sua carriera politica in Piemonte prima di essere mandato a 'commissariare' da appena un mese il PD più marcio di Roma, cioè quello di Ostia. Stefano Esposito è legato alle elezioni regionali in Piemonte del 2005. In quelle elezioni lo schieramento di 'Alternativa Sociale', che si posizionava all'estrema destra, era guidato da Alessandra Mussolini, nipote di Benito Mussolini.
Stefano Esposito (a quel tempo consigliere provinciale dei DS) era la persona preposta alla certificazione delle firme per la presentazione della lista della nipote del Duce. Stefano Esposito fu rinviato a giudizio il 22 dicembre 2005 dal GIP (Giudice per le Indagini Preliminari) che raccolse la richiesta del pm Francesco Saluzzo della Procura di Torino perché le firme raccolte per la Mussolini erano risultate false, cioè risultavano firme di chi non aveva mai firmato (di solito le persone si devono presentare con un documento alla mano prima di firmare). Le dichiarazioni di Stefano Esposito, raccolte da Repubblica qualche mese prima del rinvio a giudizio, furono le seguenti: «Sono sereno. A disposizione della Procura. Erano giorni di grande confusione, i tempi erano stretti. Io credo di avere autenticato in modo corretto quelle firme. Ma se l'autorità giudiziaria mi contesterà che non è così, mi assumerò totalmente la responsabilità».
Non fu proprio così. Il 18 dicembre 2006 il GUP (Giudice dell'Udienza Preliminare), Silvia Bersano Begey, dispose per Stefano Esposito la possibilità di eliminare una parte delle accuse, legata alla violazione della legge elettorale del 2001, versando un’oblazione di duemila euro. La causa, dunque, rimaneva aperta per il reato più grave: il falso. Ed ecco il secondo colpo di scena. 3 dicembre 2007, Stefano Esposito viene prosciolto perché (come disse l'avvocato Maurizio Basile) "con la legge elettorale del 2004 il legislatore aveva previsto che tutti i falsi siano punibili con una oblazione". Paga e rifatti la verginità, dunque. Proprio così perché quest'anno, Stefano Esposito attraverso Facebook si è scagliato contro il segretario regionale del Piemonte (Gariglio) reo di non essersi assunto «la responsabilità politica oggettiva di un pasticcio che non doveva succedere». La vicenda è quella delle firme false raccolte a sostegno delle liste per Chiamparino alle ultime elezioni regionali. Ma non è ancora finito. Stefano Esposito il 28 luglio del 2011, in risposta all'elenco pubblico dei parlamentari indagati, afferma di essere stato prosciolto dal GIP il 3 dicembre 2007. Per uno che siede oggi nella Commissione Parlamentare Antimafia non conoscere la differenza tra GIP e GUP è grave. (fonti: 1, 2, 3, 4)
IMPUTATO PER DIFFAMAZIONE
Stefano Esposito è da sempre stato a favore della questione TAV, arrivando a pesanti scontri verbali con i movimenti No-TAV, fino ad ottenere una scorta (che ancora ha). Un po' provocatore, un po' spavaldo, Stefano Esposito è comparso il 6 febbraio 2015 in tribunale, a Torino, per l'apertura di un processo in cui è imputato di diffamazione ai danni di quattro No-TAV. Riportiamo testualmente da un quotidiano:
Il parlamentare è chiamato a rispondere del contenuto di un articolo pubblicato sul suo blog l'8 dicembre 2011 a commento di scontri avvenuti quel giorno in Valle di Susa. "Anche oggi - aveva scritto - il circo dei violenti e dei teppisti capitanati da Askatasuna (un centro sociale - ndr) si è radunato per fare l'unica cosa che conoscono, attaccare la polizia". Esposito si era poi augurato che venisse perseguito "a norma di legge" chi "aveva pianificato e diretto le azioni violente", indicando alcune persone con nomi e cognomi. Quattro di loro, che non furono mai coinvolti nell'inchiesta sugli incidenti (sfociata in un processo con undici imputati cominciato ieri a Torino) presentarono una querela e la procura incriminò il senatore; ora si sono costituite parte civile. La difesa ritiene che le affermazioni del parlamentare contenessero valutazioni politiche di carattere generale e che non fossero diffamatorie."
La causa è stata rinviata al 10 marzo 2015 ma non si è a conoscenza di cosa sia accaduto. Fatto sta che il 19 febbraio 2015 il commissario del PD di Roma (nominato da Renzi) nomina a sua volta Stefano Esposito commissario del PD di Ostia. Un tentativo per salvarlo dal processo? La condanna di Stefano Esposito costerebbe cara al PD e ai potenti che sono dietro l'affare TAV. (fonti: 1)
CONCLUSIONI
Stefano Esposito, paladino della giustizia ("prima di condannare una persona, chiunque essa sia, è bene aspettare le sentenze dei giudici e non le cronache dei giornali") da quando è commissario del marcio PD di Ostia usa Facebook per insultare tutti gli Spada di Ostia e tutto il Movimento Cinque Stelle di Roma. Farebbe bene a prendersi cura di tutta la sua ipocrisia perché la memoria non va mai in ferie, soprattutto ad Ostia, dove si respira aria di mare, ricca di iodio, che aiuta a non dimenticare.
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