A seguito del comunicato stampa del M5S battuto dall'ANSA ieri sera alle 20.31, poiché domani la Commissione parlamentare Antimafia sarà in missione ad Ostia nel Municipio X di Roma Capitale e poiché diversi cittadini e associazioni sono stati menzionati nelle relazioni alla Commissione sia del Sen. Stefano Esposito (PD) sia del M5S, abbiamo deciso di rendere pubblico, almeno noi, il contributo inviato ieri in forma secretata.
RELAZIONE ANTIMAFIA DESECRETATA
2 dicembre 2015
26 novembre 2015
OSTIA, CONDANNATO STEFANO ESPOSITO, COMMISSARIO PD PER IL MUNICIPIO X
Doveva essere l'anima pulita del PD. Era stato scelto da Orfini per fare chiarezza sul marcio PD di Ostia invischiato nei reati di Mafia Capitale e che ha fatto commissariare Ostia per mafia. Venuto da Moncalieri, feudo della 'ndrangheta piemontese, Esposito (soprannominato Sbrodolo per le sue imbarazzanti gaffes) ha invece subito dimostrato che era un bluff e che veniva solo per 'proteggere' gli interessi locali del PD. Addirittura ha cercato fino all'ultimo di difendere Andrea Tassone, il presidente del Municipio finito agli arresti. Il 18 marzo 2015 mentre il capo della Procura di Roma, Giuseppe Pignatone, firmava la misura cautelare degli arresti in carcere per Tassone, Esposito con Orfini 'consigliavano' a Tassone le dimissioni, regolarmente presentate in conferenza stampa.
L'avevamo detto: un diffamatore e un provocatore mandato a Roma solo per fare caciara. Dopo le bestemme nell'aula comunale Giulio Cesare e il coretto 'Roma merda" alla radio, di questo inutile personaggio della politica non rimarrà nulla. Un altro condannato del marcio PD di questo paese imbrogliato da personaggi come Sbrodolo, in arte Stefano Esposito.
Riportiamo per intero il comunicato dei NoTav, reperibile al seguente puntatore:.
http://www.notav.info/post/stefano-esposito-condannato-diffamo-4-notav/
L'avevamo detto: un diffamatore e un provocatore mandato a Roma solo per fare caciara. Dopo le bestemme nell'aula comunale Giulio Cesare e il coretto 'Roma merda" alla radio, di questo inutile personaggio della politica non rimarrà nulla. Un altro condannato del marcio PD di questo paese imbrogliato da personaggi come Sbrodolo, in arte Stefano Esposito.
Riportiamo per intero il comunicato dei NoTav, reperibile al seguente puntatore:.
http://www.notav.info/post/stefano-esposito-condannato-diffamo-4-notav/
Il senatore ed ex assessore a i trasporti di Roma (più vari incarichi che ricopre contemporaneamente) Stefano Esposito è stato condannato questa mattina per diffamazione nei confronti di 4 notav.
Un processo lungo e anomalo, dove la PM Quaglino ha tentato in più riprese di cambiare le carte in tavola, mettendo sotto accusa i notav piuttosto che il vero imputato, arrivando a chiedere l’assoluzione di Esposito nei confronti di due dei notav, non ritenuti, in quanto particolarmente esposti (Lele Rizzo e Luca Abbà), “affidabili” e quindi meritori. Un punto di vista al quanto bizzarro.
Sta di fatto che dopo tante anomalie, sopratutto rilevabili nella tempistica e ben spiegate qui, il processo aperto l’11 aprile 2014 si è concluso con una condanna per Esposito per diffamazione a 600€ di multa, il pagamento delle spese legali e processuali e il pagamento delle provvisionali di 20.000€ in totale, ovvero 5000€ a testa per i quattro notav, Dana, Luca, Luigi e Lele.
Un ottimo risultato ottenuto grazie alle capacità e alla caparbietà del pool di avvocati notav, e anche, permetteteci di dirlo, della presenza di un giudice che non si è lasciato influenzare dal ruolo del senatore e dal codazzo di scorte e poliziotti che si porta appresso.
Diciamo anche da subito che non è la libertà di espressione ad essere messa in discussione, come probabilmente diranno Esposito e i suoi legali, non c’entra nulla. Qui c’era in discussione l’estrema libertà e impunità di un politico che più volte ha indicato con nomi e cognomi i notav addossando loro ogni tipo di responsabilità (grazie anche all’estrema confidenza con le forze dell’ordine, ammessa in aula dallo stesso senatore). I notav, che di processi e condanne ne hanno a decine, in tempi ben più celeri e con condanne ben più elevate, non hanno fatto altro che utilizzare uno degli strumenti preferiti dal senatore, che per una volta gli si è ritorto contro. Lecito e legittimo.
Esposito diceva ai giornali poco tempo fa” vedrete che finisce come per Erri De Luca“: Ste…no, non è andata così.
31 agosto 2015
OSTIA, MAFIA: LA CONSORTERIA TRA FEDERICA ANGELI E TASSONE
Tweet di Federica Angeli del 29 agosto 2015 |
Scomparsa da Fakebook (dove rimane solo per insultare, degno specchio del suo essere), la finta eroina antimafia del PD scrive su Twitter negando di aver mai scritto il post qui riportato, riferito alle dimissioni di Tassone.
In realtà il post sulla pagina pubblica di Federica Angeli è stato scritto il 24 marzo 2015 alle 10:39 (linkato anche a Twitter) e poi è stato rimosso dalla stessa Angeli, come è suo solito. Oltre che dallo screenshot, ne rimane evidenza nell'articolo di RomaToday. Questo il link dove si trovano scritte le stesse esatte parole riferite appunto a Tassone. Ciò la dice lunga sulle bugie che questa giornalista racconta da due anni a questa parte, comprese le vicende che hanno generato la sua 'scorta'. Una vera e propria consorteria.
26 agosto 2015
STEFANO ESPOSITO, A ROMA SULLE ORME DI TRICARICO
C'è una brutta storia in Piemonte di firme false che ricorda quella che coinvolse in pieno Stefano Esposito, attuale senatore PD, membro della Commissione Antimafia e assessore ai Trasporti del Comune di Roma (ex commissario PD per il Municipio X). Si tratta della vicenda delle firme false alle ultime regionali del Piemonte (2014). A metà luglio 2015 il TAR del Piemonte ha sancito la regolarità del voto e dell’elezione di Sergio Chiamparino. La Procura di Torino, invece, indagine coordinata dai pm Patrizia Caputo e Stefano Demontis, ha rinviato a giudizio ben undici persone, accusate a vario titolo di avere falsificato le firme di militanti e attivisti durante la sottoscrizione dei moduli di presentazione delle liste del centrosinistra. Tra queste, Salvatore Palermo di Moncalieri, la città dove Stefano Esposito ha svolto e svolge da sempre la sua attività politica (pur se dirottato, per sua opportunità, a Roma). Ricordiamo che di recente Moncalieri, considerata un feudo della 'ndrangheta piemontese, ha vissuto anche l'altra vicenda di un neo consigliere comunale del PD eletto il 31 maggio 2015, risultato essere parente stretto di un presunto ‘ndranghetista. Non di un affiliato qualsiasi, ma di un personaggio ritenuto un esponente di spicco. Il politico in questione è Mario Nesci, imprenditore nato a Ciminà (Rc) il 9 ottobre 1948, cugino di Nicola Nesci, 60enne finito in carcere il 13 novembre 2012 con l’operazione “Saggezza” della Dda di Reggio Calabria, indagine da cui è emerso il suo ruolo di capo della locale di Ciminà in stretto contatto con politica e massoneria.
Tornando a Salvatore Palermo di Moncalieri, questo militante del PD della circoscrizione IV risulta appartener alla corrente della famiglia Gallo, cioè alla famiglia dell'ex ras socialista Salvatore Gallo, denominato il signore delle tessere. Salvatore Gallo detto “Sasà”, già potente uomo di Craxi a Torino, ha dovuto lasciare il suo partito nel 1992 perché condannato in primo grado a un anno e 4 mesi per una faccenda di mazzette e sanità. Il soprannome di “signore delle tessere” gli deriva perché sembra sia in grado di mobilitarne centinaia in un sol colpo. Esposito si è sempre schierato contro Gallo.
Dunque a Moncalieri la 'ndrangheta permane e si moltiplica infiltrandosi (sembra) nel PD mentre le firme false sembra essere diventato uno sport popolare anche tra antagonisti (prima Esposito, ora Palermo: da notare la provenienza dei cognomi, tipicamente piemontesi). Domanda finale: ma con tutto questo bel da fare, un uomo d'azione, integerrimo, risolutivo, tenace, onesto come si auto definisce Stefano Esposito che è venuto a fare a Roma lasciando Moncalieri in questo stato comatoso?
L'opportunismo, veicolato tramite Roberto Tricarico, attuale coordinatore dell'ufficio del Sindaco per i Rapporti con i cittadini (URC), fedelissimo di Marino. Roberto Tricarico è un torinese di origini pugliesi ed è stato assessore alla Casa del Comune di Torino con Chiamparino sindaco per 10 anni, avendo proprio Stefano Esposito come assistente. Poi ha coordinato la campagna elettorale di Marino ed è venuto a Roma (che, si dice, lascerà presto) dove doveva diventare assessore alla Casa ma è stato 'bruciato' da Ozzimo (poi arrestato per mafia capitale). Non è dunque un caso che proprio in questi giorni le esternazioni di Stefano Esposito si concentrino sul patrimonio immobiliare del Comune di Roma, che nulla c'entra con i trasporti. Ma si sa: quando si vive nell'ombra quei 5 minuti di gloria, al sole, si cercano sempre.
Tornando a Salvatore Palermo di Moncalieri, questo militante del PD della circoscrizione IV risulta appartener alla corrente della famiglia Gallo, cioè alla famiglia dell'ex ras socialista Salvatore Gallo, denominato il signore delle tessere. Salvatore Gallo detto “Sasà”, già potente uomo di Craxi a Torino, ha dovuto lasciare il suo partito nel 1992 perché condannato in primo grado a un anno e 4 mesi per una faccenda di mazzette e sanità. Il soprannome di “signore delle tessere” gli deriva perché sembra sia in grado di mobilitarne centinaia in un sol colpo. Esposito si è sempre schierato contro Gallo.
Dunque a Moncalieri la 'ndrangheta permane e si moltiplica infiltrandosi (sembra) nel PD mentre le firme false sembra essere diventato uno sport popolare anche tra antagonisti (prima Esposito, ora Palermo: da notare la provenienza dei cognomi, tipicamente piemontesi). Domanda finale: ma con tutto questo bel da fare, un uomo d'azione, integerrimo, risolutivo, tenace, onesto come si auto definisce Stefano Esposito che è venuto a fare a Roma lasciando Moncalieri in questo stato comatoso?
L'opportunismo, veicolato tramite Roberto Tricarico, attuale coordinatore dell'ufficio del Sindaco per i Rapporti con i cittadini (URC), fedelissimo di Marino. Roberto Tricarico è un torinese di origini pugliesi ed è stato assessore alla Casa del Comune di Torino con Chiamparino sindaco per 10 anni, avendo proprio Stefano Esposito come assistente. Poi ha coordinato la campagna elettorale di Marino ed è venuto a Roma (che, si dice, lascerà presto) dove doveva diventare assessore alla Casa ma è stato 'bruciato' da Ozzimo (poi arrestato per mafia capitale). Non è dunque un caso che proprio in questi giorni le esternazioni di Stefano Esposito si concentrino sul patrimonio immobiliare del Comune di Roma, che nulla c'entra con i trasporti. Ma si sa: quando si vive nell'ombra quei 5 minuti di gloria, al sole, si cercano sempre.
6 agosto 2015
L'INFORMAZIONE DI MERDA DI REPUBBLICA
Lorenzo D'Albergo |
Il giornalista di Repubblica nella foto si chiama Lorenzo D'Albergo e assieme a quell'orrenda persona (prezzolata dal PD) di federica angeli (minuscolo) infangò con una indecente intervista a favore di Andrea Tassone le associazioni che a quel tempo denunciavano le malefatte del PD mafioso di Ostia. Mai fu concesso il diritto di replica e di rettifica, così come previsto dall'ordine dei giornalisti. Ciò che valeva a quel tempo era difendere Tassone su 'comando' di federica angeli (minuscolo) a sua volta comandata dal PD.
Poi la verità è uscita fuori tutta grazie alla Procura di Roma che nulla ha mai avuto a che vedere con federica angeli (minuscolo), seppure l'orrenda giornalista se ne sia vantata.
Oggi Lorenzo D'Albergo scrive su Repubblica le stesse cose che le associazioni denunciavano a quel tempo e lo fa con una disinvoltura della peggior faccia da culo mai vista. Non c'è mai stata alcuna buonafede da parte sua: un giornalista prima di scrivere contro delle persone dovrebbe informarsi. Lui non lo ha fatto perché gli è stato comandato di non informarsi, doveva credere alla versione di federica angeli (minuscolo) e del PD. Ora il PD è scomparso da Ostia. Anche quell'inutile cialtrone di Stefano Esposito, venuto ad Ostia per conservare i vecchi affari del PD e spostato a Roma in odore di 'ndrangheta, è stato cacciato via da Ostia dalla verità.
Aspetto una querela per diffamazione così se non ci riuscirò io a portare questa gente in Tribunale avrò la possibilità di 'difendermi' aggiungendo alla diffamazione anche la calunnia.
Signore e Signori, questa è la merda di un giornale come Repubblica. Statene lontani.
L'ASSUNZIONE PER TASSONE
Buzzi: "A Ostia noi avevamo conosciuto Tassone, il presidente del Municipio, ed era nata una conoscenza nel senso che fa parte pure lui della componente di Coratti, che poi lì ci fu la guerra per le elezioni europee, nel senso che da una parte c'era la candidatura di Goffredo Bettini e dall' altra di Enrico Gasbarra (...) e noi purtroppo stavamo in mezzo. Quindi abbiamo dovuto appoggiare entrambi i candidati. Abbiamo conosciuto Tassone, Tassone mi chiese di assumere subito una persona (...) Dico: "Guarda, io te lo assumo, vedi se ti ricordi" la metafora della mucca. Praticamente lui mi richiama a Ostia e mi dice: "Guarda, ci sono quattro lotti di potature. Scegliti il lotto che vuoi, vatti a vedere i lavori ..." e noi ci scegliemmo il lavoro meno pericoloso perché fare le potature sulla Cristoforo Colombo nemmeno se me le regalavano perché non metti in sicurezza gli operai, c'è il rischio degli incidenti stradali (...) vinciamo il lotto e facciamo un ribasso del 5% e poi lì il dirigente del servizio alberato del comune ci chiama eci dice... come fece Fiscon, "avete fatto troppo poco, potete fare almeno il 15%" e ci costrinse a fare il 15% e noi dovevamo già dare il 10% a Tassone"
(estratto dall'articolo di Repubblica: Buzzi: "I big del Comune volevano soldi e posti. E Panecaldo mi chiedeva le assunzioni" di LORENZO D'ALBERGO - ore 10.27 del 5 agosto 2015)
P.S. - ovviamenta la orrenda e prezzolata giornalista non scrive nulla su Tassone che la premiò come 'Donna dell'anno 2014 per il X Municipio' in cambio di frasi da pubblicare su Repubblica del tipo, "Tassone, la miglior amministrazione che io abbia mai visto"
30 marzo 2015
OSTIA, STEFANO ESPOSITO (PD)? PREDICA BENE E RAZZOLA MALE
L'ha scritto il 28 luglio 2011: "prima di condannare una persona, chiunque essa sia, è bene aspettare le sentenze dei giudici e non le cronache dei giornali". Oggi, marzo 2015, viene ad Ostia, non conosce nulla, e da del mafioso a tutti, dagli Spada al Movimento Cinque Stelle. Vediamo allora chi è il Senatore Stefano Esposito, che predica bene ma razzola male. A noi la memoria non va mai in ferie, a lui forse si.
INDAGATO PER LE FIRME FALSE
Stefano Esposito ha sempre svolto la sua carriera politica in Piemonte prima di essere mandato a 'commissariare' da appena un mese il PD più marcio di Roma, cioè quello di Ostia. Stefano Esposito è legato alle elezioni regionali in Piemonte del 2005. In quelle elezioni lo schieramento di 'Alternativa Sociale', che si posizionava all'estrema destra, era guidato da Alessandra Mussolini, nipote di Benito Mussolini.
Stefano Esposito (a quel tempo consigliere provinciale dei DS) era la persona preposta alla certificazione delle firme per la presentazione della lista della nipote del Duce. Stefano Esposito fu rinviato a giudizio il 22 dicembre 2005 dal GIP (Giudice per le Indagini Preliminari) che raccolse la richiesta del pm Francesco Saluzzo della Procura di Torino perché le firme raccolte per la Mussolini erano risultate false, cioè risultavano firme di chi non aveva mai firmato (di solito le persone si devono presentare con un documento alla mano prima di firmare). Le dichiarazioni di Stefano Esposito, raccolte da Repubblica qualche mese prima del rinvio a giudizio, furono le seguenti: «Sono sereno. A disposizione della Procura. Erano giorni di grande confusione, i tempi erano stretti. Io credo di avere autenticato in modo corretto quelle firme. Ma se l'autorità giudiziaria mi contesterà che non è così, mi assumerò totalmente la responsabilità».
Non fu proprio così. Il 18 dicembre 2006 il GUP (Giudice dell'Udienza Preliminare), Silvia Bersano Begey, dispose per Stefano Esposito la possibilità di eliminare una parte delle accuse, legata alla violazione della legge elettorale del 2001, versando un’oblazione di duemila euro. La causa, dunque, rimaneva aperta per il reato più grave: il falso. Ed ecco il secondo colpo di scena. 3 dicembre 2007, Stefano Esposito viene prosciolto perché (come disse l'avvocato Maurizio Basile) "con la legge elettorale del 2004 il legislatore aveva previsto che tutti i falsi siano punibili con una oblazione". Paga e rifatti la verginità, dunque. Proprio così perché quest'anno, Stefano Esposito attraverso Facebook si è scagliato contro il segretario regionale del Piemonte (Gariglio) reo di non essersi assunto «la responsabilità politica oggettiva di un pasticcio che non doveva succedere». La vicenda è quella delle firme false raccolte a sostegno delle liste per Chiamparino alle ultime elezioni regionali. Ma non è ancora finito. Stefano Esposito il 28 luglio del 2011, in risposta all'elenco pubblico dei parlamentari indagati, afferma di essere stato prosciolto dal GIP il 3 dicembre 2007. Per uno che siede oggi nella Commissione Parlamentare Antimafia non conoscere la differenza tra GIP e GUP è grave. (fonti: 1, 2, 3, 4)
IMPUTATO PER DIFFAMAZIONE
Stefano Esposito è da sempre stato a favore della questione TAV, arrivando a pesanti scontri verbali con i movimenti No-TAV, fino ad ottenere una scorta (che ancora ha). Un po' provocatore, un po' spavaldo, Stefano Esposito è comparso il 6 febbraio 2015 in tribunale, a Torino, per l'apertura di un processo in cui è imputato di diffamazione ai danni di quattro No-TAV. Riportiamo testualmente da un quotidiano:
Il parlamentare è chiamato a rispondere del contenuto di un articolo pubblicato sul suo blog l'8 dicembre 2011 a commento di scontri avvenuti quel giorno in Valle di Susa. "Anche oggi - aveva scritto - il circo dei violenti e dei teppisti capitanati da Askatasuna (un centro sociale - ndr) si è radunato per fare l'unica cosa che conoscono, attaccare la polizia". Esposito si era poi augurato che venisse perseguito "a norma di legge" chi "aveva pianificato e diretto le azioni violente", indicando alcune persone con nomi e cognomi. Quattro di loro, che non furono mai coinvolti nell'inchiesta sugli incidenti (sfociata in un processo con undici imputati cominciato ieri a Torino) presentarono una querela e la procura incriminò il senatore; ora si sono costituite parte civile. La difesa ritiene che le affermazioni del parlamentare contenessero valutazioni politiche di carattere generale e che non fossero diffamatorie."
La causa è stata rinviata al 10 marzo 2015 ma non si è a conoscenza di cosa sia accaduto. Fatto sta che il 19 febbraio 2015 il commissario del PD di Roma (nominato da Renzi) nomina a sua volta Stefano Esposito commissario del PD di Ostia. Un tentativo per salvarlo dal processo? La condanna di Stefano Esposito costerebbe cara al PD e ai potenti che sono dietro l'affare TAV. (fonti: 1)
CONCLUSIONI
Stefano Esposito, paladino della giustizia ("prima di condannare una persona, chiunque essa sia, è bene aspettare le sentenze dei giudici e non le cronache dei giornali") da quando è commissario del marcio PD di Ostia usa Facebook per insultare tutti gli Spada di Ostia e tutto il Movimento Cinque Stelle di Roma. Farebbe bene a prendersi cura di tutta la sua ipocrisia perché la memoria non va mai in ferie, soprattutto ad Ostia, dove si respira aria di mare, ricca di iodio, che aiuta a non dimenticare.
INDAGATO PER LE FIRME FALSE
Stefano Esposito ha sempre svolto la sua carriera politica in Piemonte prima di essere mandato a 'commissariare' da appena un mese il PD più marcio di Roma, cioè quello di Ostia. Stefano Esposito è legato alle elezioni regionali in Piemonte del 2005. In quelle elezioni lo schieramento di 'Alternativa Sociale', che si posizionava all'estrema destra, era guidato da Alessandra Mussolini, nipote di Benito Mussolini.
Stefano Esposito (a quel tempo consigliere provinciale dei DS) era la persona preposta alla certificazione delle firme per la presentazione della lista della nipote del Duce. Stefano Esposito fu rinviato a giudizio il 22 dicembre 2005 dal GIP (Giudice per le Indagini Preliminari) che raccolse la richiesta del pm Francesco Saluzzo della Procura di Torino perché le firme raccolte per la Mussolini erano risultate false, cioè risultavano firme di chi non aveva mai firmato (di solito le persone si devono presentare con un documento alla mano prima di firmare). Le dichiarazioni di Stefano Esposito, raccolte da Repubblica qualche mese prima del rinvio a giudizio, furono le seguenti: «Sono sereno. A disposizione della Procura. Erano giorni di grande confusione, i tempi erano stretti. Io credo di avere autenticato in modo corretto quelle firme. Ma se l'autorità giudiziaria mi contesterà che non è così, mi assumerò totalmente la responsabilità».
Non fu proprio così. Il 18 dicembre 2006 il GUP (Giudice dell'Udienza Preliminare), Silvia Bersano Begey, dispose per Stefano Esposito la possibilità di eliminare una parte delle accuse, legata alla violazione della legge elettorale del 2001, versando un’oblazione di duemila euro. La causa, dunque, rimaneva aperta per il reato più grave: il falso. Ed ecco il secondo colpo di scena. 3 dicembre 2007, Stefano Esposito viene prosciolto perché (come disse l'avvocato Maurizio Basile) "con la legge elettorale del 2004 il legislatore aveva previsto che tutti i falsi siano punibili con una oblazione". Paga e rifatti la verginità, dunque. Proprio così perché quest'anno, Stefano Esposito attraverso Facebook si è scagliato contro il segretario regionale del Piemonte (Gariglio) reo di non essersi assunto «la responsabilità politica oggettiva di un pasticcio che non doveva succedere». La vicenda è quella delle firme false raccolte a sostegno delle liste per Chiamparino alle ultime elezioni regionali. Ma non è ancora finito. Stefano Esposito il 28 luglio del 2011, in risposta all'elenco pubblico dei parlamentari indagati, afferma di essere stato prosciolto dal GIP il 3 dicembre 2007. Per uno che siede oggi nella Commissione Parlamentare Antimafia non conoscere la differenza tra GIP e GUP è grave. (fonti: 1, 2, 3, 4)
IMPUTATO PER DIFFAMAZIONE
Stefano Esposito è da sempre stato a favore della questione TAV, arrivando a pesanti scontri verbali con i movimenti No-TAV, fino ad ottenere una scorta (che ancora ha). Un po' provocatore, un po' spavaldo, Stefano Esposito è comparso il 6 febbraio 2015 in tribunale, a Torino, per l'apertura di un processo in cui è imputato di diffamazione ai danni di quattro No-TAV. Riportiamo testualmente da un quotidiano:
Il parlamentare è chiamato a rispondere del contenuto di un articolo pubblicato sul suo blog l'8 dicembre 2011 a commento di scontri avvenuti quel giorno in Valle di Susa. "Anche oggi - aveva scritto - il circo dei violenti e dei teppisti capitanati da Askatasuna (un centro sociale - ndr) si è radunato per fare l'unica cosa che conoscono, attaccare la polizia". Esposito si era poi augurato che venisse perseguito "a norma di legge" chi "aveva pianificato e diretto le azioni violente", indicando alcune persone con nomi e cognomi. Quattro di loro, che non furono mai coinvolti nell'inchiesta sugli incidenti (sfociata in un processo con undici imputati cominciato ieri a Torino) presentarono una querela e la procura incriminò il senatore; ora si sono costituite parte civile. La difesa ritiene che le affermazioni del parlamentare contenessero valutazioni politiche di carattere generale e che non fossero diffamatorie."
La causa è stata rinviata al 10 marzo 2015 ma non si è a conoscenza di cosa sia accaduto. Fatto sta che il 19 febbraio 2015 il commissario del PD di Roma (nominato da Renzi) nomina a sua volta Stefano Esposito commissario del PD di Ostia. Un tentativo per salvarlo dal processo? La condanna di Stefano Esposito costerebbe cara al PD e ai potenti che sono dietro l'affare TAV. (fonti: 1)
CONCLUSIONI
Stefano Esposito, paladino della giustizia ("prima di condannare una persona, chiunque essa sia, è bene aspettare le sentenze dei giudici e non le cronache dei giornali") da quando è commissario del marcio PD di Ostia usa Facebook per insultare tutti gli Spada di Ostia e tutto il Movimento Cinque Stelle di Roma. Farebbe bene a prendersi cura di tutta la sua ipocrisia perché la memoria non va mai in ferie, soprattutto ad Ostia, dove si respira aria di mare, ricca di iodio, che aiuta a non dimenticare.
21 febbraio 2015
OSTIA: IL COMMISSARIO PD (STEFANO ESPOSITO) PRONTO A FAR DECOLLARE TASSONE.
Matteo Orfini è stato nominato commissario del Pd di Roma dopo lo scandalo «Mafia Capitale». Matteo Orfini ha deciso di nominare due sub commissari. Il primo l’ha chiamato lui direttamente il 19 febbraio, per informarlo. È Stefano Esposito, senatore torinese, membro della Commissione Antimafia, da poco arruolatosi attivamente nel renzismo. Dovrà occuparsi di Ostia, territorio di forti infiltrazioni mafiose. Poi sarà il turno di Tor Bella Monaca. Lo scriveva già il 29 dicembre 2014 Gabriele Isman, il bravo giornalista di Repubblica (un giornale che comunque dovrebbe ripulire la sua redazione).
Grottesco dunque il fatto che il PD romano affondato da «Mafia Capitale» abbia provato con D'Ausilio (capogruppo capitolino PD silurato e marito della Droghei, stretta collaboratrice di Ozzimo, indagato) a proporre una versione improponibile: sarebbe stato Tassone, presidente del municipio di Ostia (coinvolto nelle intercettazioni di Mafia Capitale e amico di Coratti, altro indagato) a chiedere l'affiancamento di Stefano Esposito. Gli unici a crederlo sono il burattinaio Andrea Storri (ancora responsabile PD di Ostia?) e certa stampa prezzolata che ormai ha fatto il suo tempo anche davanti alla Procura.
Ricordiamo a D'Ausilio e a Tassone chi è Stefano Esposito. Politico italiano, senatore del Partito Democratico dal 2013, appartiene alla corrente PD dei "Giovani Turchi" per capirci, quella di Orfini. Nato in Piemonte, a Moncalieri, dal 7 maggio 2013 è Vicepresidente della 8º Commissione (Lavori pubblici, comunicazioni) e membro della Commissione Bicamerale Anti-Mafia dal 7 ottobre 2013. Non c'entra dunque nulla con la corrente di Tassone e tantomeno di D'Ausilio. Tassone è commissariato punto. Ora si gioca, Storri compreso.
P.S. - Stefano Esposito è l'autore dell'emendamento "canguro" che ne ha bloccati 35mila in Parlamento durante la votazione dell'Italicum. Inshallah.
Grottesco dunque il fatto che il PD romano affondato da «Mafia Capitale» abbia provato con D'Ausilio (capogruppo capitolino PD silurato e marito della Droghei, stretta collaboratrice di Ozzimo, indagato) a proporre una versione improponibile: sarebbe stato Tassone, presidente del municipio di Ostia (coinvolto nelle intercettazioni di Mafia Capitale e amico di Coratti, altro indagato) a chiedere l'affiancamento di Stefano Esposito. Gli unici a crederlo sono il burattinaio Andrea Storri (ancora responsabile PD di Ostia?) e certa stampa prezzolata che ormai ha fatto il suo tempo anche davanti alla Procura.
Ricordiamo a D'Ausilio e a Tassone chi è Stefano Esposito. Politico italiano, senatore del Partito Democratico dal 2013, appartiene alla corrente PD dei "Giovani Turchi" per capirci, quella di Orfini. Nato in Piemonte, a Moncalieri, dal 7 maggio 2013 è Vicepresidente della 8º Commissione (Lavori pubblici, comunicazioni) e membro della Commissione Bicamerale Anti-Mafia dal 7 ottobre 2013. Non c'entra dunque nulla con la corrente di Tassone e tantomeno di D'Ausilio. Tassone è commissariato punto. Ora si gioca, Storri compreso.
P.S. - Stefano Esposito è l'autore dell'emendamento "canguro" che ne ha bloccati 35mila in Parlamento durante la votazione dell'Italicum. Inshallah.