Ora è chiaro: non si tratta solo di Repubblica ma è proprio iniziativa di questa finta giornalista e dei suoi 'amici' a partire da un indecente presidente della FNSI (Giulietti). Il Teatro Fara Nume non è mai andato a fuoco e i Carabinieri hanno già escluso piste suggestive come la 'mafia'. Dopo 2 giorni questa finta giornalista riesce ancora a dire bugie per sostenere i suoi interessi. Su Rai1. Disgustoso. Era presente anche Enzo Iacopino, presidente dell'ordine nazionale dei giornalisti.
Se volete sapere la verità e non bugie, a questo link troverete tutto, dal racconto del cronista de Il Messaggero cui la Rai ha scippato le immagini al racconto della titolare del locale incendiato.
Il finto giornalismo di federica angeli from Andrea Schiavone on Vimeo.
25 novembre 2016
12 novembre 2016
RENZI HA TOLTO LA BANDIERA EUROPEA VIOLANDO LA COSTITUZIONE
Renzi parla di 'casta' mentre fa affari (politici) con Verdini |
Procediamo con ordine.
La suddetta Legge n. 22 del 1998 ha introdotto il concetto fondamentale che la bandiera europea deve accompagnare quella italiana in tutte le sedi istituzionali. Solo nel 2000 è stato regolamentato l’uso delle bandiere della Repubblica italiana e dell’Unione europea da parte delle amministrazioni dello Stato e degli enti pubblici (3). Insomma, le due bandiere, in attuazione dell'articolo 12 della Costituzione e in conseguenza dell'appartenenza dell'Italia all'Unione europea, devono sempre essere esposte insieme: questo dice la Legge che espande appunto l'articolo 12 della Costituzione nella sua forma attuativa. Le bandiere non sono di Renzi perchè la Costituzione non è di Renzi e perchè la bandiera Italiana non è un arredo delle sale istituzionali (Renzi rischia anche per tale azione il reato di vilipendio alla bandiera). Neppure la bandiera europea è di Renzi finchè l'Italia rimane in Europa. In altre parole, l'art.87 della Costituzione (articolo che elenca i poteri del Presidente della Repubblica) impone a Mattarella di intervenire su Renzi, perchè (comma 1) Mattarella "rappresenta l'unità nazionale" e non deve proteggere le guasconate di Renzi. Pensate voi se un preside di una scuola togliesse la bandiera europea cosa accadrebbe!
Quindi mentre Renzi fa con i nostri soldi propaganda referendaria per il suo partito (il PD), mentre gioca il doppio ruolo di Primo Ministro e Segretario del PD, mentre parla di modificare la Costituzione violandone sottobanco l'attuazione dell'articolo 12, mentre Renzi fa tutto questo riesce anche ad arrecare offesa alla bandiera italiana trasformandola in una sorta di dubbio scenario 'patriottico' per le sue beghe personali contro l'Europa. Ben 6 bandiere italiane, non una, come previsto da regolamento. Renzi non è l'Italia, Renzi (dovrebbe) rappresentare l'Italia, quella del SI e quella del NO, quella che vota PD ma anche quella che non vota PD. E' tutta farina di Renzi questa enorme 'cazzata' della bandiera scomparsa, come la ha definita il suo compagno di partito, Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana e candidato alla segreteria nazionale del PD?
Secondo Rossi dietro la sparizione della bandiera europea e la moltiplicazione di quella italiana c'è lo zampino di Jim Messina, 47enne americano, che ha curato la campagna elettorale prima di Obama Barack e ora di Hillary Clinton. Di certo Jim Messina ha stretto un contratto con Renzi di ben 400mila euro per cercare di far vincere il SI al quesito referendario, soldi che saranno scuciti dai gruppi di Camera e Senato del PD (cosa che sta creando non pochi attriti interni).
Insomma, il referendum costituzionale è di tale importanza che Renzi non vuole badare ne a spese ne
Renzi fa anche lo 'spiritoso' |
(1) 9 novembre 2016, durante l'ultimo "episodio" della fiction #matteorisponde (la sua propaganda in video pubblicata sui social network)
(2) Legge 5 febbraio 1998, n. 22, "Disposizioni generali sull'uso della bandiera della Repubblica italiana e di quella dell'Unione europea" (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 37 del 14 febbraio 1998)
Art. 1.
1. La presente legge detta, in attuazione dell'articolo 12 della Costituzione e in conseguenza dell'appartenenza dell'Italia all'Unione europea, disposizioni generali in materia di uso ed esposizione della bandiera della Repubblica italiana e di quella dell'Unione europea, fatte salve le disposizioni particolari sull'uso delle bandiere militari.
(3) Decreto del Presidente della Repubblica 7 aprile 2000, n. 121
Regolamento del governo sull’uso delle bandiere della Repubblica italiana e dell’Unione europea da parte delle amministrazioni dello Stato e degli enti pubblici (Pubblicato nella Gazz. Uff. 16 maggio 2000, n. 112)
Capo III - Esposizione delle bandiere all'interno degli uffici pubblici, artt. 6 e 7
8 novembre 2016
OSTIA, MAFIA: ESPOSITO (PD) RINVIATO A GIUDIZIO PER DIFFAMAZIONE. IL RETROSCENA.
Stefano Esposito, un politico piccolo piccolo |
Un linguacciuto e ciarliero personaggetto della politica, voluto da Renzi per "ridare orgoglio al PD di Ostia", spalleggiato da Federica Angeli. giornalista di Repubblica (lo definisce il "mio eroe" ed insulta quotidianamente, anche lei, il M5S), di cui abbiamo parlato già in precedenti occasioni:
- firme false raccolte per Alessandra Mussolini (link)
- condannato due volte per diffamazione contro i No-TAV (link 1) (link 2)
- coinvolto nei fatti di 'ndrangheta accaduti a Moncalieri (link)
- molto 'interessato alle concessioni delle spiagge di Ostia (link)
- difensore del circolo PD di nuova Ostia che non ha mai pagato il canone al Comune di Roma (link)
Ora attendiamo con serenità il giudizio anche se riteniamo che sarà un po' difficile che Esposito riuscirà a provare in Tribunale che Barillari e il M5S sono collusi con la mafia anche perché dalle ultime sentenze ad Ostia la mafia non c'è, ma solo associazioni a delinquere di tipo criminale. Ritengo personalmente che il M5S debba costituirsi parte civile al processo e ristabilire una verità fino in fondo su Ostia ricordando, in questo difficile momento della vita politica del paese, cosa scrisse Renzi di Esposito: la "disponibilità di un 'duro' come il senatore Stefano Esposito ... è una opportunità di riscatto non solo per il Partito democratico, ma che il Partito democratico offre, a testa alta e a viso aperto, a tutta l'Italia".
3 novembre 2016
L'ODG APRE UN FASCICOLO SU FEDERICA ANGELI (LA REPUBBLICA)
Con protocollo n.6037 del 3 novembre 2016 il Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti ha aperto un fascicolo su Federica Angeli, giornalista del quotidiano La Repubblica.
Il segretario Paolo Pirovano, così scrive all'ordine regionale: "Si trasmette per opportuna conoscenza e per quanto di competenza, la segnalazione a firma di Andrea Schiavone". La segnalazione è quella di un mese fa esatto (prot. n.5506 del 3 ottobre 2016), inviata al Consiglio di Disciplina presso l'Ordine dei Giornalisti di Roma/Lazio. Gravissimo il contenuto dell'articolo pubblicato dal quotidiano La Repubblica, costruito per la difesa dell'ex presidente del X Municipio, Andrea Tassone (PD, arrestato per 'Mafia Capitale' e oggi sotto processo a piede libero). La Angeli con la sua consorteria di Facebook (p.es., Davide Chiarantini, sedicente ex appartenente alla Gdf, che gestisce la sua pagina pubblica di Facebook) ha difeso nell'articolo l'operato di 2 testimoni chiamati nel processo di 'Mafia Capitale' dalla difesa di Andrea Tassone: Andrea Storri (PD, coordinatore della campagna elettorale di Tassone ed ex Assessore al Bilancio sempre sotto Tassone) e Claudio Saccotelli. Quest'ultimo, a suo tempo chiamato da Tassone come direttore del X Municipio, non solo risulta coinvolto nell'illecito bando di gara per le spiagge libere attrezzate di Ostia su cui si è duramente espressa l'Autorità Nazionale Anticorruzione dopo l'esposto di LabUr, ma risulta anche indagato (1) per presunti e gravi illeciti amministrativi nella gestione della pedonalizzazione del lungomare di Ostia (mancata attribuzione di oltre 500mila euro per l'occupazione di suolo pubblico) voluta da Tassone (anch'esso indagato nello stesso processo).
Inutile dire che quella pedonalizzazione fu sostenuta dalla giornalista Federica Angeli ('Viva la pedonalizzazione!"). Attendiamo senza fretta l'esito della segnalazione per violazione degli artt. 2 e 8 del Testo Unico dei Doveri del Giornalista. Ricordiamo che compete all'Ordine dei Giornalisti far osservare la deontologia della professione ai propri iscritti. Nel caso di un comportamento ritenuto scorretto da parte di un giornalista, si può presentare un esposto all'Ordine regionale presso il quale risulta iscritto il giornalista che, tramite il Consiglio di disciplina territoriale, valuterà la sussistenza o meno della violazione del codice professionale. Singolare il fatto che, dopo un mese, non risponda l'Ordine dei Giornalisti di Roma/Lazio (cui è iscritta la Angeli) ma il Consiglio Nazionale, il cui presidente è Enzo Iacopino, il cui mandato sarebbe scaduto a maggio 2016 se il Governo Renzi non avesse fatto il solito piccolo emendamento che consente a Iacopino di restare in carica fino al 31 dicembre 2016 (2). Sono certo a questo punto che Iacopino eserciterà la sua funzione al servizio di una corretta e veritiera informazione concepita come diritto dei singoli e della collettività nei confronti di una giornalista che da 3 anni riceve in continuazione denunce su denunce per diffamazione ed altro ancora.
(1) - Il Messaggero, 1 novembre 2016
(2) - Art. 12 quater del decreto-legge 30 dicembre 2015, n. 210 (in Gazzetta Ufficiale - Serie generale - n. 302 del 30 dicembre 2015), coordinato con la legge di conversione 25 febbraio 2016, n. 21 (in Gazzetta Ufficiale - alla pag. 1), recante: "Proroga di termini previsti da disposizioni legislative.". (16A01640) (GU Serie Generale n.47 del 26-2-2016)
Il segretario Paolo Pirovano, così scrive all'ordine regionale: "Si trasmette per opportuna conoscenza e per quanto di competenza, la segnalazione a firma di Andrea Schiavone". La segnalazione è quella di un mese fa esatto (prot. n.5506 del 3 ottobre 2016), inviata al Consiglio di Disciplina presso l'Ordine dei Giornalisti di Roma/Lazio. Gravissimo il contenuto dell'articolo pubblicato dal quotidiano La Repubblica, costruito per la difesa dell'ex presidente del X Municipio, Andrea Tassone (PD, arrestato per 'Mafia Capitale' e oggi sotto processo a piede libero). La Angeli con la sua consorteria di Facebook (p.es., Davide Chiarantini, sedicente ex appartenente alla Gdf, che gestisce la sua pagina pubblica di Facebook) ha difeso nell'articolo l'operato di 2 testimoni chiamati nel processo di 'Mafia Capitale' dalla difesa di Andrea Tassone: Andrea Storri (PD, coordinatore della campagna elettorale di Tassone ed ex Assessore al Bilancio sempre sotto Tassone) e Claudio Saccotelli. Quest'ultimo, a suo tempo chiamato da Tassone come direttore del X Municipio, non solo risulta coinvolto nell'illecito bando di gara per le spiagge libere attrezzate di Ostia su cui si è duramente espressa l'Autorità Nazionale Anticorruzione dopo l'esposto di LabUr, ma risulta anche indagato (1) per presunti e gravi illeciti amministrativi nella gestione della pedonalizzazione del lungomare di Ostia (mancata attribuzione di oltre 500mila euro per l'occupazione di suolo pubblico) voluta da Tassone (anch'esso indagato nello stesso processo).
Inutile dire che quella pedonalizzazione fu sostenuta dalla giornalista Federica Angeli ('Viva la pedonalizzazione!"). Attendiamo senza fretta l'esito della segnalazione per violazione degli artt. 2 e 8 del Testo Unico dei Doveri del Giornalista. Ricordiamo che compete all'Ordine dei Giornalisti far osservare la deontologia della professione ai propri iscritti. Nel caso di un comportamento ritenuto scorretto da parte di un giornalista, si può presentare un esposto all'Ordine regionale presso il quale risulta iscritto il giornalista che, tramite il Consiglio di disciplina territoriale, valuterà la sussistenza o meno della violazione del codice professionale. Singolare il fatto che, dopo un mese, non risponda l'Ordine dei Giornalisti di Roma/Lazio (cui è iscritta la Angeli) ma il Consiglio Nazionale, il cui presidente è Enzo Iacopino, il cui mandato sarebbe scaduto a maggio 2016 se il Governo Renzi non avesse fatto il solito piccolo emendamento che consente a Iacopino di restare in carica fino al 31 dicembre 2016 (2). Sono certo a questo punto che Iacopino eserciterà la sua funzione al servizio di una corretta e veritiera informazione concepita come diritto dei singoli e della collettività nei confronti di una giornalista che da 3 anni riceve in continuazione denunce su denunce per diffamazione ed altro ancora.
(1) - Il Messaggero, 1 novembre 2016
(2) - Art. 12 quater del decreto-legge 30 dicembre 2015, n. 210 (in Gazzetta Ufficiale - Serie generale - n. 302 del 30 dicembre 2015), coordinato con la legge di conversione 25 febbraio 2016, n. 21 (in Gazzetta Ufficiale - alla pag. 1), recante: "Proroga di termini previsti da disposizioni legislative.". (16A01640) (GU Serie Generale n.47 del 26-2-2016)
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