21 luglio 2018

OSTIA: IL MUNICIPIO CONTINUA A GESTIRE SPIAGGE NON SUE

Il chiosco Algida sulla spiaggia 'Aneme e Core'
(foto del 20 luglio 2018)
Il Municipio X di Roma Capitale concede a privati spiagge che non gli appartengono spendendo soldi pubblici. Dopo i fatti di Mafia Capitale sembrerebbe una barzelletta ed invece è tutto vero.
Si tratta del progetto "Centri estivi minori e giovani adulti con disabilità - anno 2018" (n. gara 7021357) approvato con determinazione dirigenziale n.631 del 10 aprile 2018 a firma del direttore della Direzione Socio Educativa del Municipio X, Luca Di Maio, e vistato dal direttore del Municipio, Nicola De Bernardini. Una meritevole iniziativa che, con 53mila euro, consentirà ai ragazzi meno fortunati di godersi spiaggia e mare (dal 18 giugno al 10 agosto), offrendo sollievo e sostegno alle famiglie in cui entrambi i genitori lavorano durante il periodo estivo. Domanda: tutto regolare?

Nel bando si legge che il servizio deve svolgersi su spiagge "individuate dal Municipio X" idonee ad accogliere i ragazzi con disabilità. Nessuno si è chiesto, visto che il Municipio X non ha in disponibilità alcuna spiaggia ad eccezione di quella di Castelporziano (inaccessibile ai diversamente abili), con quale criterio il Municipio X avrebbe individuato le spiagge e in che modo le avrebbe affidate ai vincitori del bando. Le offerte dovevano essere presentate entro il 30 aprile ma solo dopo l'aggiudicazione alla Cooperativa Sociale Futura e alla Cooperativa Presenza Sociale (a fine maggio), si sono svolti i sopralluoghi sulle spiagge "individuate dal Municipio X" per verificarne l'idoneità. Le spiagge sono state quelle dell'Hakuna Matata e dello stabilimento Village, entrambe in amministrazione giudiziaria e dunque non in disponibilità del Municipio ma messe, una parte, a disposizione del Municipio da parte dei rispettivi amministratori giudiziari (Donato Maria Pezzuto per l'Hakuna Matata; Angelo Enrico Oliva e Francesca Sebastiani per il Village).
Tutto ciò, si suppone, in virtù di un protocollo d'intesa del 2016 tra il Tribunale di Roma e la Pubblica Amministrazione, che prevede la possibilità da parte del Comune di Roma di "prendere in carico i beni immobili sin dalla fase del sequestro" senza aspettarne la confisca. Si capisce chiaramente la forzatura interpretativa di tale 'intesa' (non legge) compiuta dal Municipio che nel caso in questione non si è presa 'in carico' alcuna spiaggia ma ne ha utilizzate due per costruirci sopra un bando.

Il Municipio avrebbe potuto coinvolgere tutti gli stabilimenti balneari di Ostia e magari ottenere un diffuso consenso di partecipazione da parte dei concessionari (ci sono spiagge molto più belle delle due 'individuate') ma non l'ha fatto perchè in pratica ha un contenzioso amministrativo con ciascuno di essi. Allora avrebbe potuto attrezzare le spiagge di Castelporziano con camminamenti e zone d'ombra per i ragazzi, impiegando i soldi spesi per attrezzare invece la spiaggia per i cani ad Ostia ponente (un bando da 120mila euro). Nulla di tutto questo: la scelta politica, seguita da quella amministrativa, è stata quella di impiegare le spiagge in fase di sequestro usando l'appiglio del Protocollo d'Intesa con il Tribunale di Roma. Perchè allora non dirlo subito nel bando? Semplice, perchè solo il successivo sopralluogo, ad aggiudicazione avvenuta, ha potuto confermare (in funzione delle offerte ricevute e dei vincitori del bando) l'idoneità dei luoghi che hanno riservato non poche sorprese, con il rischio di non essere pronti per il 18 giugno.

La prima spiaggia che è stata 'individuata' è stata quella dello stabilimento 'Aneme e Core', sempre sotto l'amministrazione giudiziaria di Pezzuto, non resa disponibile "perché non c'è spazio". Allora il 12 giugno, a 6 giorni dall'inizio del servizio, i funzionari del Municipio si sono recati alla spiaggia dell'Hakuna Matata, che è risultata idonea. La sorpresa è venuta dal Village. Lo stesso giorno che i plichi della gara venivano aperti, l'11 maggio, la Guardia di Finanza chiudeva il Village per gravi violazioni avvenute sotto gli occhi di Oliva e Sebastiani (stipendi non pagati, scontrini non emessi, appropriazione indebita di denaro, etc., alla faccia della legalità!). Di corsa il sopralluogo allo stabilimento del Nauticlub Castelfusano (in contatto con Pezzuto), venerdì 15 giugno, per garantire il servizio il 18 giugno. Ma solo per una settimana perchè, dopo il sopralluogo del 28 giugno (avvenuto con previsione sui fatti giudiziari) e l'accertata idoneità, il Village verrà riaperto con una nuova gestione il 30 giugno e potrà ospitare i ragazzi.

Se non è chiaro con quale strumento normativo il Municipio abbia 'individuato' le spiagge sequestrate, molto più dubbio è il fatto di come sia stato scelto tra tutti gli stabilimenti proprio quello del Nauticlub. Fatto sta che il Municipio si è servito, pur avendo diverse alternative, di beni non in sua disponibilità (individuati anche tra i concessionari) senza alcuna trasparenza amministrativa, sia nell'avviso pubblico che negli atti successivi.
La regolarità amministrativa e contabile è  il primo passaggio che un bando pubblico richiede. Le risorse (beni mobili ed immobili) devono essere in disponibilità dell'ente appaltante. Diversamente, se non con pubbliche motivazioni autorizzate dagli organi di vigilanza, potrebbero esserci accordi sotto banco con chi, pubblico o privato, interviene a fornire le risorse mancanti. Le spiagge in questione non sono degli amministratori giudiziari, nè del Municipio e neppure dei vincitori del bando ma di tutti gli italiani e dunque non possono essere oggetto di affidamenti non autorizzati dagli organi di vigilanza. Si potrebbero p.es. anche creare situazioni relative a procedure non concorrenziali rispetto ad altri operatori dello stesso settore. Poichè però quello che è importante è che i ragazzi e le loro famiglie possano godere un'estate serena, non ci accaniremo sul fatto sopra narrato, seppure un dettagliato esposto verrà inviato all'ANAC e alla Guardia di Finanza.

Di certo però il Municipio, che è il primo organo di controllo amministrativo sulle spiagge, dovrà chiarire anche nei suoi confronti per il fatto di avere individuato quelle due spiagge:

1) se il chiosco Algida spuntato questi giorni sulla spiaggia dello stabilimento 'Aneme e Core' (quello che non aveva spazio per ospitare i ragazzi) sia stato regolarmente autorizzato
2) se il Village ha sanato gli abusi edilizi di quei locali dove il 22 luglio ospiterà un evento privato a pagamento, senza alcun 'fine sociale', di un'associazione ancora non costituitasi il cui presidente, Massimiliano Vender (PD) si è sempre schierato a difesa di Tassone, suo fraterno amico.

Tutte e due i chiarimenti sono necessari perchè le spiagge sequestrate non possono avere altro scopo se non quello di servire l'intera collettività fino alla eventuale confisca nel rispetto delle leggi, escludendo ogni forma di arricchimento o favoritismo a vantaggio del singolo.

Nessun commento:

Posta un commento