16 gennaio 2024

FACEBOOK, IRAN E AI


All'esonero di Mourinho, pubblico la foto qui accanto, con la didascalia "ne resterà solo uno" (cioè, io) Dopo due secondi, il post viene rimosso perchè "sembra che tu abbia condiviso o inviato simboli, elogio o sostegno nei confronti di persone e organizzazioni che consideriamo pericolose oppure che tu abbia iniziato a seguirle". Il motivo? La foto di Qasem Soleimani generale iraniano a capo della Niru-ye Qods, l'unità delle Guardie della Rivoluzione khomeinista, ucciso dagli USA a Baghdad il 3 gennaio 2020.
Questo il grottesco risultato di un algoritmo basato sulla c.d. Intelligenza artificiale americana che censura su Facebook quello di cui la rete è piena.  

In realtà anche Mourinho è stato fatto fuori dagli americani (anche lui a gennaio, 4 anni dopo): ora, nel 2028, toccherà a me?

13 gennaio 2022

LA DIFESA DEI PROPRI DATI SANITARI

Il vicino di casa vi ha mai chiesto con insistenza se avete l’epatite virale? Avete mai fatto per ore, in auto o sotto la pioggia, la fila per sottoporvi al test dell’AIDS? Portate la mascherina nei luoghi pubblici per evitare il contagio da tubercolosi? Il datore di lavoro vi impone di avere una tessera certificante l’avvenuta profilassi contro la legionella? Finora no, ma potrebbe accadere se fossero resi accessibili i dati del vostro Fascicolo Sanitario Elettronico oggi in mano alle Regioni, a cui compete la gestione della Sanità in Italia. Ricordiamo che la diffusione dei dati sanitari rappresenta forse la fonte principale di pregiudizi e discriminazioni tali che possono limitare la libertà del singolo individuo all'interno della società civile. Ecco perché, qui di seguito, si fornisce uno strumento iniziale di difesa contro lo smantellamento di un diritto fondamentale della democrazia. 

ATTENZIONE - ne è sconsigliata la lettura al soggetto mediocre, potrebbe comportare complicazioni


[gli indirizzi a cui mandare il testo vanno conservati per quanto riguarda il Ministero della Salute e adeguati regione per regione, indicando quello del responsabile del trattamento dei dati e del responsabile della gestione del FSE; in questo caso, sono riportati quelli della Regione Lazio]

*****************

ATTO STRAGIUDIZIALE DI DIFFIDA

MINISTERO DELLA SALUTE
seggen@postacert.sanita.it
dgprev@postacert.sanita.it
dgsi@postacert.sanita.it
REGIONE LAZIO
dpo@regione.lazio.legalmail.it
sis@regione.lazio.legalmail.it
ass.sanita@regione.lazio.it

p.c.

GARANTE PER LA PROTEZIONE
DEI DATI PERSONALI
protocollo@pec.gpdp.it
Roma, [data]
OGGETTO: atto stragiudiziale di diffida - trattamento dati FSE
Il sottoscritto [nome e cognome, residente in [indirizzo - città], nato a [città] il [data], c.f. [codice fiscale], indicando da qui in avanti con GDPR e FSE rispettivamente la vigente General Data Protection Regulation e il Fascicolo Sanitario Elettronico,
PREMESSO
- che, seppure la normativa di recente introdotta (art. 11 decreto legge "Rilancio") prevede che, a decorrere dal 19 maggio 2020, a prescindere da qualsivoglia manifestazione di consenso dei cittadini, i dati di tutte le prestazioni sanitarie fruite vadano a confluire automaticamente nel FSE (limitatamente alle Regioni che lo hanno già attivato), tale alimentazione automatica non autorizza l'accesso ai dati sanitari dei cittadini da parte del personale sanitario in assenza di uno specifico e libero consenso del singolo cittadino;

- che, per quanto riguarda, invece, all'alimentazione del FSE con tutti i dati delle prestazioni sanitarie effettuate in epoca antecedente al maggio 2020, il Garante per la Privacy, con nota del 15 dicembre 2020, ha precisato al Ministero della Salute che l’ingresso nel FSE sarebbe stato possibile solo a tre condizioni:

a) avere proceduto a un’idonea campagna nazionale di informazione,
b) avere puntualmente informato i cittadini delle Regioni interessate sulle novità relative
all'alimentazione del FSE,
c) avere riconosciuto a questi ultimi, dal momento in cui sono stati informati, un termine
non inferiore a 30 giorni per manifestare la propria eventuale opposizione;

- che, non essendosi verificata nessuna delle tre precedenti condizioni, l’invio di comunicazioni alle singole amministrazioni regionali o al Garante per la Privacy, con le quali si rappresenta l’opposizione al citato popolamento, non risulta necessaria,

VISTO
- che il FSE persegue solo le finalità di cura (prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione), le finalità di ricerca (studio e ricerca scientifica in campo medico, biomedico ed epidemiologico), le finalità di governo (programmazione sanitaria, verifica della qualità delle cure e valutazione dell'assistenza sanitaria);

- che, a prescindere dal consenso dell'assistito, gli organi di governo sanitario possono accedere ai dati presenti nel FSE per svolgere le relative funzioni istituzionali (es. programmazione delle cure, gestione delle emergenze sanitarie) solo tramite pseudoniminazzazione, cioè in modo tale che gli stessi dati non possano essere più attribuiti a un interessato specifico senza l'utilizzo di informazioni aggiuntive;

- che non essendo prevista dal GDPR alcuna tecnica di anonimizzazione spetta quindi ai singoli responsabili del trattamento dei dati garantire la solidità della tecnica impiegata;

- che il Ministero della Salute può, secondo la normativa vigente alla data odierna, accedere ai dati resi disponibili dal Sistema Tessera Sanitaria (cioè dal FSE) sui soggetti assistiti dal Servizio Sanitario Nazionale vaccinati, nonché su quelli per cui non risultano vaccinazioni comunicate dal Ministero della Salute al medesimo sistema e, ove disponibili, sui soggetti che risultano esenti dalla vaccinazione;

- che il Sistema Tessera Sanitaria (prelevando dati dal FSE) è autorizzato al trattamento delle informazioni su base individuale inerenti alle sole somministrazioni di vaccini acquisite dall'Anagrafe Nazionale Vaccini;

- che l’alimentazione del FSE prevede anche i dati su ricoveri di pronto soccorso, referti, profili sanitari, informazioni su diagnosi, allergie, terapie, cartelle cliniche, vaccinazioni, certificati, ecc. ma non ne assicura l'effettiva completezza rispetto allo storico sanitario dell'interessato,
CONSIDERATO
- che il consenso non può essere ritenuto liberamente espresso, e quindi valido (in termini di base giuridica di qualsiasi trattamento per qualsiasi finalità), se l’interessato non può operare una scelta effettivamente libera o se non può rifiutare di prestare il proprio consenso senza subire pregiudizi e discriminazioni;

- che, con riferimento al consenso al trattamento di dati personali per l’esecuzione di un trattamento sanitario, è evidente che tale consenso non può che essere necessario in quanto un professionista sanitario non potrebbe mai trattare, sul piano sanitario, un paziente, senza trattare anche i suoi dati personali nell'intera completezza del suo storico sanitario;

- che le due considerazioni ai punti precedenti si applicano anche al trattamento necessario per motivi di interesse pubblico nel settore della sanità pubblica, quali la protezione da gravi minacce per la salute a carattere transfrontaliero o la garanzia di parametri elevati di qualità e sicurezza dell’assistenza sanitaria e dei medicinali e dei dispositivi medici, sulla base del diritto dell’Unione o degli Stati membri che prevede misure appropriate e specifiche per tutelare i diritti e le libertà dell’interessato,

tutto quanto sopra premesso, visto e considerato, il sottoscritto
DIFFIDA IL MINISTERO DELLA SALUTE E LA REGIONE LAZIO

1. ad accedere su base individuale ai dati contenuti nel FSE del sottoscritto, sia a quelli inseriti automaticamente dopo il 19 maggio 2020 (per assenza di un libero e specifico consenso), sia a quelli eventualmente inseriti prima del 19 maggio 2020 (per la motivazione di non validità espressa dal Garante della Privacy), precisando che il FSE, per quanto sopra motivato, risulta incompleto dei dati sanitari storici del sottoscritto, non essendo stati inseriti p.es. quelli compresi dall'inizio dell'emergenza sanitaria in corso fino al 19 maggio 2020;

2. ad accedere ai dati contenuti nel FSE del sottoscritto se non per finalità di governo comprovate dall'evidenza scientifica (programmazione sanitaria, verifica della qualità delle cure e valutazione dell'assistenza sanitaria), senza garantire (come sopra specificato) la pseudonimizzazione dei dati o specificare la tecnica di anonimizzazione;

3. a limitare la libertà individuale del sottoscritto in funzione di una non veritiera e incompleta valutazione sanitaria del medesimo, mediante l’introduzione del requisito (non dell'obbligo) del c.d. Green Pass previsto in più settori della società civile (trasporti, ristorazione, servizi pubblici, etc.), falsamente ritenuto come una misura governativa premiale (non sanitaria) che non ha prodotto alcun contenimento della diffusione del virus, ma solo generato. pregiudizi e discriminazioni nei confronti del medesimo.

Con riserva di tutela dei propri diritti e di azione nelle preposte sedi giudiziarie per violazione di accesso e utilizzo di dati sensibili.

In fede,

[firma]

26 dicembre 2020

IL LITORALE ROMANO? NELLE MANI DI CHI SI SCACCOLA


È Roma Capitale. È il consiglio straordinario del Municipio Roma X, quello con deleghe speciali per la totale gestione amministrativa delle concessioni demaniali marittime del litorale romano (18 km). Avviene in videoconferenza ed il filmato è documento ufficiale, pubblico. L'argomento è il contrasto all'erosione costiera, a difesa dell'industria turistica balneare.

Nello stesso tempo si sta preparando il bando per l'affidamento di ben 37 concessioni, senza mediare con la categoria. Nello stesso tempo, senza alcun controllo da parte del Presidente del Consiglio municipale, ci si scaccola in diretta e in primo piano segno evidente che non si stava seguendo la seduta. Nessuno interviene in diretta e nessuno si adopera per nascondere quelle imbarazzanti immagini (lo si farà nei giorni seguenti, dopo lo 'sputtanamento' sui social network).

A scaccolarsi nell'aula virtuale di un Municipio di Roma Capitale, il capogruppo del M5S che ha, in municipio, una schiacciante maggioranza capace di approvare o respingere ogni ordine del giorno. Un esempio di assoluta sciatteria istituzionale e formale, emblema della gestione del litorale della capitale italiana.

11 luglio 2020

LA MAFIA DI OSTIA SCONFITTA DALLA MAGIA DI NICOLA DE BERNARDINI

Ha sconfitto la mafia delle spiagge di Ostia con solo 32.267,20 euro. L'impresa è riuscita all'infaticabile direttore del Municipio Roma X, Nicola De Bernardini. Ricordiamo gli attentati mafiosi avvenuti:

20 giugno - 12 chiodi nascosti e pezzi di bottiglie di vetro nella sabbia
05 luglio - rogo di 8 paline distanziatrici
08 luglio - 10 piccioni decapitati poi rivelatisi galline

Questa tremenda serie di gesti vigliacchi aveva fatto esclamare l'Assessore municipale alla Sicurezza (Alessandro Ieva, M5S): "Non posso dire che sia mafia ma nemmeno escludere il contrario".

De Bernardini è subito intervenuto ma la sua impresa è stata resa pubblica solo il 7 luglio. Ora procediamo con ordine descrivendo le gesta dell'infaticabile direttore.

L'AZIONE
È la mattina di mercoledì 24 giugno, il quarto giorno dopo i chiodi. De Bernardini prepara in poche ore il Capitolato Tecnico  per l'affidamento diretto del "Servizio di Vigilanza armata notturna presso le Spiagge Libere di Ostia Ponente” (SMART CIG Z4C2D6AE1D). Lo fa acquisire al protocollo del Municipio col numero CO/61269 e nomina il RUP, cioè il Responsabile Unico del Procedimento: è sempre lui.
Il 26 giugno, Nicola (si chiama come Zingaretti) decide di procedere a un'affidamento diretto ai sensi dell'art.36 comma 2 lett.a) del D.Lgs 50/2016, tramite Trattativa Diretta sulla Piattaforma M.E.P.A.
Seleziona pertanto, in una sorta di somma urgenza, due imprese iscritte al Bando "Servizi di Vigilanza e Accoglienza". Una è l'impresa MAGNUM INVESTIGAZIONI E VIGILANZA s.r.l. (C.F. e P.IVA 12721081003), l'altra è l'impresa ISTITUTO DI VIGILANZA  METROPOLITANA (C.F. e  P.IVA 11900311009). L'importo fissato da De Bernardini a base di gara è di €  37.520,00 (IVA esclusa). Nicola stabilisce che la presentazione dell'offerta è fissata per il 30 giugno alle ore 18.00. Chiude l'ufficio e va a casa.

LA REAZIONE
Colpo di scena. Il 30 giugno l'ISTITUTO DI VIGILANZA METROPOLITANA rinuncia a presentare un'offerta. Invece, a seguito di problemi di funzionamento della piattaforma M.E.P.A. (non si esclude lo zampino della mafia, come direbbe Ieva), l'impresa MAGNUM INVESTIGAZIONI E VIGILANZA comunica che, pur volendo presentare offerta, non è in grado di rispettare il termine di scadenza delle ore 18.00.
De Bernardini non cade nel panico e provvede. Autorizza l'impresa ad inviare l'offerta per PEC: lui la legge la conosce.

LA FASE FINALE
Il 2 luglio giunge l'offerta (prot. CO/
64932/2020) con un ribasso del 14% (€ 32.267,20 con IVA al 22% esclusa).
Senza perdere tempo, il direttore
effettua, con ovvio esito positivo, tutte le  verifiche relative al possesso dei requisiti  di ordine generale di cui all'art.80 del D.Lgs. n.50/2016. In più (prot.  PR_RMUTG_Ingresso_0229497_20200702), tramite la Banca Dati Nazionale Antimafia del Ministero dell'Interno, De Bernardini inoltra la richiesta di informazione antimafia ai sensi del D.Lgs.159/2011.
Considerata "l'urgenza", senza attendere la risposta del Prefetto secondo quanto previsto dall'art.92 comma 2 del D.Lgs  159/2011, De Bernardini (in qualità di RUP) procede all'affidamento diretto dell'appalto. Neppure attende la verifica "antipantouflage" da parte del Dipartimento Organizzazione e Risorse  Umane per verificare che nell'impresa non risultino dipendenti pubblici, parenti o ex funzionari.
I soldi per l'appalto ovviamente non sono stati impegnati e così li prende qua e là.

Il 3 luglio De Bernardini firma la Determinazione Dirigenziale per l'affidamento diretto (rep.CO/1356/2020, prot. CO/64945/2020) e libera le spiagge di Ostia dalla mafia.

... UN DUBBIO
L'appalto è iniziato il 4 luglio alle ore  22.00 e terminerà il 31 agosto alle ore  5.00 (due mesi circa). Solo però il 7 luglio  è stato reso pubblico.
Uno si aspetterebbe, leggendolo, un servizio su tutte le spiagge e invece si scopre che il servizio comprende la vigilanza fissa di tre operatori, uno per ogni arenile, sulla Spiaggia Bianca ex Amanusa, sulla Spiaggia Grigia ex  Spiaggetta, e sulla Spiaggia Gialla, davanti l'ufficio Tecnico, più una ronda di un operatore per le restanti spiagge verso il  Porto (ma escluso l'Idroscalo).

Resta un dubbio.
All'avvio della Stagione Balneare, 1° maggio 2020, a parte la mafia, sarebbe stato necessario assicurare il controllo ed il rispetto della legalità nelle spiagge libere di Ostia, prevedendo un Servizio di Vigilanza al fine di evitare danneggiamenti, atti vandalici o  introduzione di materiali pericolosi in grado di provocare danni ai bagnanti, oltre a garantire la sicurezza notturna delle spiagge. Un'attività dunque ordinaria (non straordinaria) da attivare in tempo utile e cioè a inizio anno. Perchè l'infaticabile e conoscitore di legge, Nicola De Bernardini, non ci ha pensato e lo ha fatto dopo 2 mesi?


27 novembre 2019

STEFANO ESPOSITO (PD) INCASTRATO DA REPORT E IL SILENZIO DI FEDERICA ANGELI (REPUBBLICA) SUL SUO 'AMICO'

Un intreccio di 'ndrangheta, politica, magistratura e rivendita dei biglietti di concerti per mantenere le famiglie dei carcerati sta sconvolgendo Torino nel silenzio generale. Noi ne parlammo due anni fa ricordando anche il ruolo di Rachele Venco, la moglie dell'ex senatore del PD Stefano Esposito, ma la puntata di Report del 25 novembre 2019 ha riproposto la questione che ruota intorno all'imprenditore Giulio Muttoni (padrino della figlia di Stefano Esposito), il grande boss degli spettacoli che controlla anche diverse ex strutture olimpiche di Torino 2006.


Ricordiamo che ad Ostia, durante il commissariamento per mafia (2015-2017) legato all'arresto del presidente del Municipio X, Andrea Tassone (PD), la coppia Stefano Esposito e Federica Angeli (giornalista di Repubblica) accusarono di mafia molti cittadini di Ostia, forti della protezione del governo Renzi e di magistrati romani legati al politicizzato CSM di quel periodo (smascherato dal caso Palamara). L'obiettivo era di depistare le indagini su Tassone tant'è che tutte le accuse, rivolte anche al M5S, si rivelarono infondate. Stefano Esposito era stato scelto da Matteo Orfini, con il consenso di Matteo Renzi, come commissario per il PD di Ostia e subito volle con se Federica Angeli che in quel periodo non solo aveva frequentato lo stabilimento balneare Village del clan mafioso dei Fasciani ma era stata anche premiata da Tassone (di cui sostenne sempre l'innocenza definendolo 'la miglior amministrazione mai vista'). Fu così che la Angeli iniziò a sua volta ad inneggiare alla purezza di Stefano Esposito, originario di Moncalieri (TO), feudo della 'ndrangheta in Piemonte.

Oggi è Report ad inchiodare Stefano Esposito davanti ad imbarazzanti verità già a suo tempo rese note dalla stampa (La Stampa, Il Fatto Quotidiano, Il Corriere della Sera, etc.) su cui la Angeli, sedicente eroina antimafia di Ostia, non ha mai avuto nulla da dire, proprio come fece con Tassone.
Peccato che anche Repubblica, il giornale della Angeli, abbia confermato (senza essere mai stata smentita) il coinvolgimento di Esposito, interrogato a lungo dalla Procura di Torino nell'estate del 2017. Addirittura è emerso di recente che anche un magistrato della Procura di Torino, Andrea Padalino, "chiedeva a Muttoni di ricambiare non meglio precisati favori con biglietti per sé e per la propria consorte per vari concerti, come quello di Ligabue a Torino". Padalino è il magistrato anti No-Tav proprio come Esposito e più volte accusato di abuso d'ufficio (tra cui vacanze gratis presso il lago d'Orta, a Pasqua 2016, con 12 persone per 4 notti, compresa la scorta). Proprio un uomo della scorta di Padalino, Davide Barbato (sovrintendente della Polizia di Stato), teneva i contatti tra il magistrato e Muttoni.

Questo giro di favori (ma anche di soldi) tra la Torino istituzionale (magistrati, politici, funzionari dell'Agenzia delle Entrate, carabinieri, poliziotti, finanzieri, etc.) e l'imprenditore Muttoni, che garantiva ingressi gratuiti ai concerti dei big, non era così pulito visto che di mezzo ci sono personaggi legati alla 'ndrangheta piemontese. Stefano Esposito, il duro e puro per Federica Angeli, c'è dentro fino al collo, ora vedremo cosa farà la magistratura ma è divertente vedere il video di Report e il suo 'stupore' alla domanda "Mi spieghi questa storia". E' invece grottesco il silenzio attuale di Federica Angeli, che invece fino a tre giorni fa continuava ad osannare Stefano Esposito. Deve essersi sbagliata come per Tassone. Può capitare. Anche per la seconda volta?

21 luglio 2019

RAGAZZI IN MARCIA USATI PER IL MARCIO. IL PASTICCIACCIO DEL MURALES DI OSTIA E UN CANE AL POSTO DI FALCONE. 

Nelle scuole girano troppi soldi e si fa troppa politica. Le conseguenze? Una l'abbiamo vista: il pasticciaccio del murales di Ostia.
Partiamo da due certezze:
- le scuole sono la prima agenzia culturale del territorio
- la nuova legge sull'educazione civica incentiva iniziative "per far crescere nuovi cittadini consapevoli e solidali".

Domanda: quali ideali di educazione vengono proposti nelle scuole di Ostia?

In questo municipio complesso, va di moda parlare di legalità e 10 scuole si sono raggruppate per portare avanti un progetto finanziato con soldi pubblici del Ministero dell'Istruzione. I capitani di questa squadra (890 studenti) sono due: Maria Cristina Franceschi e Filippo D'Angerio. Nomi forse sconosciuti ai più ma che da oltre 10 anni operano a Ostia con metodi socio-psico-pedagogici un po' discutibili secondo molti, di fatto legati al mondo della sinistra politica.

Nel caso specifico i soldi provenienti dal Ministero sono stati distribuiti a pioggia per microscopiche attività, di cui sarà difficile fare una trasparente rendicontazione. Tra questi, anche il murales, di cui le autorizzazioni erano state richieste per fine giugno 2019 (il progetto, partito a settembre 2018, si riferiva all'anno scolastico 2018-2019).
È noto quello che poi è accaduto. Il progetto del murales è stato stravolto, la pubblica amministrazione è intervenuta, lo schieramento politico che lo aveva illegalmente sostenuto ha gridato allo scandalo e alla censura. In realtà a far cancellare dal murales il faccione inopportuno di vanitosi personaggi locali sono stati anche la Franceschi e il D'Angerio, resisi tutti conto che si era andati ben oltre il lecito. Anche la Franceschi era raffigurata ed è stata cancellata.

Ora di tutto il progetto e dei soldi spesi restano solo le polemiche dei cancellati che gridano alla lesa maestà. È il palese nuovo fallimento dei metodi sinistroidi e clientelari cullati ad Ostia dentro il centro Affabulazione e dentro il Teatro del Lido, oggi esportati nelle scuole come dottrina. Sono stati loro che, senza alcun imbarazzo, hanno identificato nel proprio cane morto, ancora raffigurato sul murales, uno degli eredi di Falcone e Borsellino nella lotta alle mafie.

6 luglio 2019

CROLLA LA FICTION PD TARGATA OSTIA

Il PD vive di finzioni. Si dichiara di sinistra e non lo è. Si batte per la legalità ma è il più arrestato. Si professa garantista ma manovra i magistrati. Si pone a difesa dei lavoratori ma ne abbatte i salari.
Poteva non inquinare la verità sul commissariamento di Ostia per mafia?
Così si inventa i suoi super eroi e produce articoli, libri e film che ne esaltano le gesta, come per l'imbarazzante nonchè disarmante "A mano disarmata".
Un mese di programmazione (6 giugno - 6 luglio), poco più di 300mila euro di incasso che neppure coprono le spese di produzione.
Dopo una sproporzionata campagna promozionale sostenuta da RAI Cinema, dalle 268 sale iniziali in tutta Italia, con una capienza media di 100 persone per sala e 3 proiezioni giornaliere, ha raccolto nella prima settimana poco e nulla (nell'ordine: data,  box office, spettatori, incasso, sale):

06 giugno 8, 3.589, 21.774, 268
07 giugno 8, 4.043, 23.639, 217
08 giugno 8, 7.296, 48.444, 205
09 giugno 8, 7.240, 46.810, 204
10 giugno 8, 2.528, 13.548, 202
11 giugno 9, 2.830, 15.211, 201
12 giugno 9, 3.528, 17.926, 149

Dal 13 giugno il film esce dai primi 10. Nel weekend 21-23 giugno incassa (con più proiezioni) appena 20mila euro in oltre 100 sale italiane, risultando 17esimo. Non lo salva neppure il passaparola dei pochi che lo hanno visto, lo ignora la critica. A Ostia è un dramma.
Una severa lezione per il PD. La lotta alle mafie facciamola seria e non portiamola con fenomeni da baraccone nei cinema. Soprattutto se rimangono vuoti.
Domanda finale: perchè l'11 marzo 2019 il film flop veniva dato per certo alla Biennale di Venezia (post rimosso, come al solito, dall'autrice)?
La risposta sta nella vendita del libro (uscito ad aprile 2018) da cui è tratto il film. Appena 84° nella classifica della sotto-sotto-sezione di IBS Libri Società, politica e comunicazione - Servizi sociali e criminologia - Reati e criminologia - Criminalità organizzata. A buon intenditor, poche parole. Neanche un murales.