18 giugno 2017

OSTIA. CHI È IL GIUDICE GUGLIELMO MUNTONI

Si chiama Guglielmo Muntoni e ricopre dal 9 ottobre 2013 la carica di Presidente della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale Ordinario di Roma (Terza Sezione Penale, dove in pratica si gestiscono i beni sequestrati).
Dal Salaria Sport Village all'attuale Porto Turistico di Ostia, fino allo stabilimento Village, Muntoni si è interessato dei maggiori casi a Roma e della nomina degli Amministratori Giudiziari dei beni sequestrati.

Nel 2015 però Muntoni è stato coinvolto nello scandalo di Palermo legato a Silvana Saguto,  "l'ex presidente del Tribunale delle misure di prevenzione di Palermo, indagata per corruzione e abuso d'ufficio dalla procura di Caltanissetta con il suo amministratore giudiziario preferito, Gaetano Cappellano Seminara, che gestiva patrimoni confiscati alla mafia per milioni di euro".
Il nome di Muntoni spunta più volte nelle intercettazioni della Guardia di Finanza.
"Promette alla Saguto di trovare una «sistemazione» al marito, Lorenzo Caramma, che si era dovuto dimettere da alcuni incarichi dopo le polemiche sulla gestione della moglie. Muntoni assicura alla Saguto che troverà lavoro al marito a Roma, affidandogli incarichi su beni confiscati a "Mafia capitale" (le società del Cara di Mineo) e all'imprenditore messinese Mollica : «I miei sono precettati a cercare qualcosa che vada bene per un ingegnere bravo di Palermo» e le chiede: «Tuo marito sarebbe disposto a trasferirsi qui per un po'?». Tanto che la giudice, contenta, confida a un collega che «Muntoni ha dato un incarico a Cappellano apposta per far lavorare mio marito »".

Eugenio Albamonte, attuale presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati (ANM), ha firmato l'11 giugno l'espulsione della Saguto dall'ANM come già deliberato dal collegio dei probiviri. Per la Saguto la Procura nissena ha richiesto inoltre il rinvio a giudizio ed il 22 giugno ci sarà l'udienza preliminare davanti al GUP: corruzione, concussione, truffa aggravata e riciclaggio i reati scaturiti dalle indagini.
Il caso Muntoni (non indagato) si è invece risolto con l'archiviazione davanti al Consiglio Superiore della Magistratura perchè, secondo l'istruttoria svolta a Palazzo dei Marescialli (a Roma), Muntoni "si limitò a dare un consiglio su richiesta dei suoi colleghi a cui spettava la scelta". Ecco perchè Muntoni non è stato mai trasferito da Roma.

Se dunque l'attacco ai beni della criminalità è l'arma migliore in mano alla Giustizia, oggi come oggi Muntoni è l'uomo più forte ad Ostia. Dall'Hakuna Matata al Plinius, dal Village ad Aneme e Core, fino al Porto, Muntoni ha in mano mezza economia del litorale romano.

5 giugno 2017

STEFANO ESPOSITO 'TAPPO' ABUSIVO

Si chiama Sbrodolo ma al Senato è stato eletto con il nome d'arte di Stefano Esposito nelle file del PD. La moglie si chiama Rachele Venco  e ne abbiamo già parlato in un'altra occasione. Questa foto è del 2016 quando Sbrodolo a Ostia inveiva contro i venditori abusivi. Non tutti: quelli che gli vendono bottigliette di vetro per strada vanno bene. Anche pagarli senza scontrino. In fondo in fondo Sbrodolo non è poi così 'legale'...

4 giugno 2017

MATTARELLA E BOLDRINI NON APPLAUDONO LA FOLGORE CHE CI COSTA 17 MILIONI IN LIBIA

Sergio Mattarella (presidente della Repubblica) e Laura Boldrini (presidente della Camera dei Deputati) ignorano i paracadutisti della Brigata Folgore durante la parata del 2 giugno ma li usano in Libia per una missione umanitaria. L'articolo 9 del decreto 193/2016 autorizza fino al 31 dicembre 2016 per un importo di euro 17.388.000 il finanziamento della partecipazione di personale militare all'operazione di supporto sanitario in Libia (Operazione Ippocrate).

L'Operazione Ippocrate, avviata a metà settembre 2016), risponde alle richieste rivolte al nostro Paese dal governo di al-Sarraj, in coerenza con la risoluzione delle Nazioni Unite n. 2259 del 2015 e con la linea, peraltro sempre tenuta dall'Italia, di sostegno al governo libico legittimo e di impegno umanitario, che si è già concretizzato con l'invio di farmaci e supporti sanitari.
Nel dettaglio, si tratta dello schieramento, presso l'aeroporto di Misurata, di una struttura ospedaliera da campo completa di personale medico e infermieristico, comprensiva della necessaria protezione e supporto logistico, per un totale di circa trecento unità (65 medici e infermieri, 135 unità per la funzione di supporto logistico generale e 100 unità come force protection, questi tutti della Brigata Folgore).

A questo punto dietro il comportamento di Mattarella e della Boldrini si nasconde il sospetto di un danno erariale. Se la Folgore non viene riconosciuta dalle massime cariche dello Stato, perché viene impiegata all'estero in delicate e prestigiose ma costose missioni umanitarie? La Folgore, per Mattarella e Boldrini, ha commesso azioni delittuose tali da far negare ai suoi uomini il saluto istituzionale? Se così fosse i 17 milioni di euro spesi in Libia come li stiamo spendendo?

Le cose sono due. O gli uomini della Folgore, per proprie azioni delittuose, stanno provocando un danno all'immagine dello Stato, o Mattarella e la Boldrini (lo Stato) hanno provocato con il loro irresponsabile comportamento una grave perdita di prestigio della Folgore. In entrambi i casi chi ci rimette, in ambito internazionale, è sempre l'Italia (che non è lo Stato e tantomeno il suo Governo).